A proposito di Parchi e di poltrone, il nostro lettore Nicola Micheloni ci informa che l'ex presidente del Parco delle Cinque Terre, Franco Bonanini, al momento ancora imputato con l'accusa di aver sottratto fondi (circa un milione di euro) dell'ente per proprio tornaconto (le accuse, gravissime, vanno dall'associazione a delinquere finalizzata alla truffa, al peculato passando per abuso d'ufficio, concussione e falso ideologico), da pochi mesi è diventato eurodeputato.
Già, perchè prima dello scandalo delle Cinque Terre che nel 2010 ha portato in manette “il faraone” (così veniva chiamato nella zona del Parco per il suo carattere autoritario), il buon Bonanini, era stato candidato in Europa con il Pd (2009) e da quella competizione elettorale, come spiegava qualche settimana fa Il Giornale, ne era uscito con un jolly niente male: primo dei non eletti in Liguria, il che significa che alla prima occasione avrebbe potuto ottenere un seggio al Parlamento Europeo. E così è stato. Dopo le ultime elezioni politiche (marzo 2013), ha preso il posto di Gianluca Susta (ex Pd ora eletto in Senato con la lista Civica di Monti per l'Italia).
Quantomeno paradossale per chi, come Bonanini, è accusato proprio di aver gestito in maniera fraudolenta fondi europei che avrebbero dovuto essere investiti nella gestione del Parco e per la valorizzazione delle Cinque Terre. Un territorio che, di lì a poco, avrebbe poi subito una delle più gravi catastrofi naturali mai verificatesi: un'alluvione terrificante, aggravata dalle frane di terrazzamenti abbandonati, da un'edilizia sregolata e dalla mancata bonifica degli argini dei fiumi. Ironia della sorte vuole che parte di quei fondi si riferivano a risarcimenti per altre alluvioni subite dal Parco. La blanda gestione del Parco potrebbe essere stata la causa di un altro grave episodio: il crollo di una parte del tracciato della Via dell'Amore, lo splendido sentiero tra mare e montagna che costeggia due delle Cinque Terre, tra Menarola e Riomaggiore, che nel 2012 ha causato il ferimento di quattro turiste australiane, per cui Bonanini, è finito ancora nel registro degli indagati.
Alla luce di questo quadro non certo edificante, suona come uno sberelffo la dichiarazione del neo onorevole, che oggi si divide tra le sedute a Strasburgo e quelle da imputato nel processo che lo riguarda, che all'indomani della sua nomina ha definito il suo ingresso in Europa “un'opportunità per le Cinque Terre”. Il Pd intanto si è già smarcato, prendendo le distanze dal faraone: “non sarà deputato del Pd, visto che non ha più la nostra tessera”. “Quando lo avevamo candidato – dice a sua discolpa una nota dei democratici - nessuno aveva mai avanzato neanche un sospetto dei reati che gli sono poi stati contestati”.