Corrado Colombo, veterinario e blogger (il suo blog è veterinaria liberale), decide di scrivere al quotidiano La Stampa dopo aver letto un articolo che loda l'
Enpa di Torino per aver aperto un nuovo ambulatorio sociale, dove si assicurano prezzi bassissimi rispetto a quelli applicati dai veterinari (tariffe del 30-40% in meno).
Nel pezzo si lascia intendere che questo servizio low cost per la cittadinanza è reso possibile grazie alla buona volontà dei volontari dell'Enpa. "Ci siamo accorti che con la crisi in tanti sono costretti a ridurre le spese per gli animali di casa e anche la loro salute sta diventando un lusso" spiega Marco Bravi, commissario dell'Enpa torinese. Nell'articolo si dice anche che il laboratorio, affiliato al canile municipale, gestito anch'esso dall'Enpa, è pronto per affrontare ogni emergenza. "Negli ultimi mesi - spiega ancora Bravi
- abbiamo comprato i macchinari per l'anestesia gassosa, che rendono più sicure le operazioni,
e l'ecografo addominale, con un investimento di oltre ventimila euro". Inoltre sono state attrezzate la sala operatoria e il doppio ingresso. Come ha fatto l'Enpa a spendere tanto? E' presto spiegato.
Una determina dirigenziale del Comune di Torino del 24 marzo scorso ha sancito
lo stanziamento di quasi 4 milioni di euro all'Enpa, vincitrice dell'appalto per l’affidamento della gestione di canili e gattili municipali, del servizio di cattura degli animali vaganti e di raccolta delle spoglie animali sul territorio cittadino per il periodo che va dal primo gennaio 2013 al 31 dicembre 2015. Una cifra enorme che in tempo di crisi sembra davvero spropositata. Provate a moltiplicarla per il numero delle maggiori città italiane, anche solo considerando una cifra simile per ogni regione, stiamo parlando di quasi un miliardo di euro, solo per la cura di cani, gatti e altri animali domestici. Uno schiaffo alle migliaia di famiglie in difficoltà che vedono esaurirsi giorno dopo giorno i servizi per i loro figli e per la tutela della loro salute.