Il degrado dei terreni agricoli in Italia è particolarmente marcato al sud, in Basilicata, Puglia, Calabria, Sardegna e Sicilia, dove, secondo una recente analisi ambientale del Cnr, lo stress di natura climatica, la pressione spesso non sostenibile delle attività umane sull'ambiente sta determinando una riduzione della produttività biologica e agricola, e una progressiva perdita di biodiversità degli ecosistemi naturali'.
''Anche le regioni del centro nord, in particolare Toscana, Emilia Romagna, e la Pianura Padana in generale - sottolinea Luigia Giannossi, ricercatrice dell'Istituto di metodologie per l'analisi ambientale del Cnr - manifestano un peggioramento della situazione idrometeorologica e sono sempre più vulnerabili all'irregolarità delle precipitazioni, alla siccità ed all'inaridimento''. Le implicazioni dirette e indirette del degrado delle terre, in Italia come nel resto del mondo, toccano la sicurezza alimentare e il cambiamento climatico ma anche, conclude Giannossi, ''le guerre legate allo sfruttamento delle risorse naturali e la conseguente presenza di ecorifugiati''.
La situazione è preoccupante in tutto il globo. Secondo lo studio, nel mondo circa 2 miliardi di ettari delle terre emerse sono interessati a diversi livelli da processi di degrado, compromettendo l'84% delle aree agricole a livello mondiale e coinvolgendo circa un quarto della popolazione". (Ansa)