"L'arrivo del lupo in Veneto avviene in un particolare momento che vede il territorio caratterizzato da un aumento eccezionale di ungulati" lo dichiara al quotidiano L'Arena Daniele Zovi, comandante regionale del Corpo Forestale dello Stato. "Non solo caprioli e camosci, ma anche cervi e soprattutto cinghiali, il cui numero è fuori controllo. Ogni anno, in tutte le province venete sono raccolti centinaia di esemplari di ungulati morti. Solo nella provincia di Vicenza, che ha caratteristiche simili a quella di Verona, lo scorso anno se ne sono contati 257. Si tratta di quelli trovati dalla polizia provinciale, ma il dato va moltiplicato per tre per avere la cifra delle carcasse disponibili per i grandi predatori. È una leggenda che il lupo faccia diminuire la disponibilità per la caccia" sostiene Zovi, "perché fra una carcassa anche in putrefazione da giorni e un esemplare da inseguire rischiando l'insuccesso, il lupo preferisce, da buon opportunista, la preda più facile.
Secondo Zovi sono ingiustificati anche gli allarmi degli allevatori: "non devono temere nulla - dice -: la Regione ha un fondo per risarcire eventuali perdite e il lupo ha già una riserva abbondante di carne selvatica senza bisogno di avvinarsi agli allevamenti". La presenza del lupo poi sarebbe meglio di quella dei cacciatori: " la
miglior popolazione di ungulati si trova proprio dove c'è la presenza del lupo, che è un selettore naturale di esemplari deboli e malati, cosa che non possiamo dire con altrettanta certezza di certi cacciatori".