Uno dei presupposti sul quale si basa il divieto di caccia sull’altopiano del Cansiglio secondo le associazioni ambientaliste Mountain Wilderness ed Ecoistituto è quello di ottenere una maggiore considerazione dall'Unesco, per il riconoscimento della foresta nel patrimonio dell'umanità. Uno stratagemma, questo, per fare della foresta una sorta di parco tematico e attirare flussi turistici consistenti, evitando la possibilità che la Regione Veneto, proprietaria del territorio demaniale, decida un giorno di vendere quei terreni.
Ma in assenza delle più elementari pratiche di gestione, venatoria o non, delle specie in sovrannumero, come sono i cervi che vivono nell'antica foresta, il Cansiglio rischia seriamente di trasformarsi in un posto ben poco appetibile anche per il turismo, visto che, a detta di Ispra e Corpo Forestale dello Stato, la foresta si sta sempre più impoverendo. Di questo passo i turisti in Cansiglio troveranno solo qualche cervo malato e deperito, qualche arbusto qua e là e ben poche altre specie da osservare.
Intanto Veneto Agricoltura è al lavoro per decidere il da farsi con i cervi, il verdetto è atteso per il 15 settembre. Il 10 settembre la Commissione competente del consiglio regionale ascolterà i sindaci della foresta e le loro richieste. "Per quanto mi riguarda - anticipa Oscar Facchin, sindaco di Farra -, rinnoverò la richiesta che i cervi, da tempo in sovrannumero, possano essere cacciati non solo all’esterno della foresta, ma anche all’interno".