Con i tagli decisi dall'amministrazione Crocetta si sono dimezzati i fondi destinati ai parchi Siciliani. Oltre al parco dei Nebrodi, di cui abbiamo parlato qualche giorno fa, anche gli altri grandi parchi regionali hanno grosse difficoltà a pagare gli stipendi dei loro dipendenti e a portare avanti le loro attività basilari. Secondo il Giornale di Sicilia per il personale sono stati assegnati ai parchi Nebrodi, Etna, Alcantara e Madonie quasi dieci milioni di euro sui 15 milioni precedentemente previsti. Mentre per le spese di gestione si è passati da 900 a 600 mila euro.
In sostanza già dal mese di agosto i parchi non hanno più soldi per assolvere ai trattamenti economici del proprio personale. I sindacati sono sul piede di guerra e hanno sollecitato interventi con una interrogazione urgente presentata al Presidente della Regione ed agli assessori ad Economia e Territorio ed Ambiente. Come riferisce il quotidiano siciliano, solo nel Parco dei Nebrodi lavorano 130 persone, di cui 60 imposti con una legge regionale di due anni fa (stabilizzazione di precari). Trentuno sono i guardiaparco mentre il resto sono impegnati negli uffici di Sant'Agata Militello, Caronia, Cesarò ed Alcara oltre che nei musei di proprietà dell'Ente.
Non sembra che in tal senso la Regione abbia intenzione di tornare sui propri passi. A dire il vero Crocetta, pensando ai tagli ai Parchi, aveva già previsto una soluzione. A marzo scorso la Giunta su sua proposta ha infatti approvato una delibera che prevede l'accesso a pagamento a parchi e riserve naturali gestiti dalla Regione siciliana. I ticket, era stato annunciato, serviranno “quale strumento per incrementare le risorse economiche regionali” e per finanziare il personale forestale, oltre che il miglioramento dei servizi in queste aree.
La delibera regionale specifica che per l’espletamento del servizio di riscossione del ticket “potrà essere utilizzato del personale forestale” e che il biglietto d’ingresso è ‘necessario’ al fine di “potenziare le qualità dei servizi offerti dalle aree protette”.