Negli ultimi quattro anni i danni all’agricoltura in Emilia Romagna ammontano a 8 milioni e 700 mila euro. Di questi quasi 2 milioni sono causati da specie cacciabili solo in deroga alla Direttiva Uccelli (come storno, piccione, passero), ovvero il 20-22% annuo di danni causati, sul totale accertato, può essere affrontato solo con l'ausilio della caccia in deroga. Lo ricorda in una nota la Cia Reggio Emilia, provincia in cui, solo nel 2012, si sono registrati danni per 82 mila euro a causa degli storni e 7 mila per i piccioni. La vera emergenza dunque riguarda lo storno.
La Cia ha elaborato un documento da sottoporre alle istituzioni in cui chiede che si possa tornare a cacciare lo storno, che oggi è specie protetta in Italia. "Lo storno - dice Cia - è stato inserito dall’Unione Internazionale della Natura (IUCN – gruppo di studio sulle specie invasive) fra le 100 specie aliene più dannose al mondo. Nel territorio italiano si lamentano particolarmente danni alle colture (vite, olivo, frutteti, sementi) pericoli per le città d’arte, i manufatti, i monumenti e pericoli per l’ambiente. Inoltre l’invasività della specie mette a rischio la sopravvivenza e la riproduzione delle specie autoctone.
Posizioni condivise dai rappresentanti degli Atc e delle associazioni venatorie presenti all'incontro ad um recente incontro sul tema, ma anche dall’Assessore provinciale Alfredo Gennari. "Una soluzione certo estrema - ha detto - ma che tiene conto della limitata efficacia nel tempo dei sistemi di dissuasione adottati dagli agricoltori". Secondo la CIA, l’ambiente e l’agricoltura pagano il prezzo di una politica del Governo incoerente ed immobile sia sul tema delle deroghe che su quello della caccia in generale.