C'è anche questa opzione nel ddl di riforma della 394, la legge sui parchi, che in Senato ha ripreso il suo iter grazie all'ok sulla procedura d'urgenza votato qualche giorno fa. Il finanziamento dei Parchi, per cui i fondi statali sono sempre più esigui, oltre che per delle royalty che i titolari di impianti di produzione energetica e delle concessioni d’impianti dovrebbero versare in cambio delle manomissioni al territorio protetto, potrebbero passare anche dalla vendita della fauna selvatica in eccesso, attraverso il sistema del controllo faunistico attuato entro in confini dei Parchi (per la verità alcuni già lo fanno). Lo denuncia, ovviamente contrario, l'ex Direttore dell'Ente Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise, Aldo di Benedetto, secondo cui parte del ricavato della vendita, una quota pari al 2% - così come è scritto nella proposta - sarà versata in un apposito fondo presso l’ISPRA.
Un’altra clamorosa modifica proposta del D.d.L. 119 secondo di Benedetto - lo dice su greenreport - "ha attinenza con la nomina del direttore, che non si vorrebbe più di competenza del Ministro ma del Presidente, sulla base di generiche attitudini". Lui ha un'opinione diversa: "il direttore del Parco dovrebbe essere riclassificato come un organo a tutti gli effetti. Egli è un dirigente pubblico e gli compete in via esclusiva l’attività di management; a tal fine sovrintende a tutti i servizi dell’Ente, conduce la gestione amministrativa, tecnica e finanziaria mediante autonomi poteri di spesa, di organizzazione delle risorse umane, strumentali e di controllo. Al Direttore, spetta ogni provvedimento che impegni l’Ente all’esterno per cui dovrebbe avere più totale autonomia e responsabilità, al fine di garantire trasparenza, efficienza e qualità nella gestione dell’ente”.