Prima della comparsa dell'uomo di Neanderthal, i nostri antenati erano già abilissimi cacciatori, capaci di organizzarsi per la caccia grossa che eseguivano in gruppo. Lo rivela uno studio durato 10 anni nel sito di Ebbsfleet, nel Kent (Regno Unito), condotto degli archeologi dell'Università di Southampton. In questo luogo gli studiosi hanno portato alla luce alcuni resti ossei delle prede degli ominidi. Il ritrovamento più affascinante nelle profonde stratificazioni di depositi, datati 420.000 anni fa, - riferisce il sito scientifico Galileonet.it - è lo scheletro di un elefante dalle zanne dritte (Paleoloxodon antiquus), una specie ormai estinta e grande il doppio degli attuali africani.
Per la prima volta i ricercatori hanno trovato anche le prove che l’animale era stato cacciato e poi macellato. I resti erano infatti circondati da 80 artefatti in selce, semplici lame affilate del tipo conosciuto come Clactoniano, particolarmente adatte al taglio della carne, talvolta dotate anche di dentelli utili a perforare la spessa pelle degli animali. Questi manufatti, affermano i ricercatori, sono stati utilizzati per macellare l’elefante da un gruppo di almeno quattro uomini, e l’esemplare è decisamente troppo giovane per pensare sia morto per cause naturali. Nello stesso sito i ricercatori hanno trovato anche i resti di numerose altre specie: bovini, rinoceronti, leoni, bertucce, castori, conigli, lumache, arvicole e toporagni. Una ricchezza in biodiversità che ha confermato quanto differente fosse la valle nel periodo Hoxniano interglaciale, al quale sono stati datati i resti. Il clima in quell’area, infatti, era molto più caldo di quello attuale, e la zona era estremamente rigogliosa, ricca di vegetazione boschiva e acquitrini.
Secondo quanto riferisce la rivista scientifica, la scoperta e la datazione dei reperti di Ebbsfleet hanno fornito chiarimenti anche sulle migrazioni dell’uomo, partendo dal presupposto che i nostri antenati si erano estinti nell’Europa del Nord durante l'era glaciale di 450.000 anni fa, conosciuta come glaciazione Angliana. La capacità di cacciare grandi mammiferi, secondo gli scienziati, spiegherebbe come siano riusciti a sostentarsi durante l’Hoxniano, mentre si spingevano nuovamente a nord, verso l’attuale Gran Bretagna.
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