Una buona notizia dall'Inghilterra. Lo scoiattolo rosso, specie minacciata in gran parte dell'Europa dall'invasione dei cugini americani, quelli grigi, molto più grossi e voraci (e portatori di un virus letale per quelli rossi), è in netta ripresa. Secondo i dati del terzo Squirrel Monitoring Programme i piccoli roditori stanno riprendendo pian piano possesso del loro habitat originale nell'Inghilterra settentrionale. Non è successo per caso. Se gli scoiattoli rossi sono cresciuti nell'ultimo anno del 7% lo si deve al programma di eradicazione dello scoiattolo grigio, che da quelle parti si basa su catture ed abbattimenti con un “colpo di grazia”.
Ciò che in Italia provocherebbe reazioni sgomente, interrogazioni parlamentari e blitz di esagitati, in Inghilterra è considerato il male minore anche dagli ambientalisti, che da anni partecipano attivamente alle campagne di monitoraggio degli scoiattoli rossi e registrano i progressi dello scoiattolo rosso su quello grigio.
Gli scoiattoli grigi purtroppo sono un problema anche in Italia, ma, nonostante le enormi risorse spese e le procedure di infrazione avviate contro l'Italia, ancora troppo poco finora pare si sia fatto per contrastarlo. A causa delle continue levate di scudi degli animalisti da noi infatti un programma di eradicazione vero e proprio non è mai partito. Eppure per la protezione dello scoiattolo rosso recentemente sono stati disposti fondi per 2 milioni di euro, da spendere tra Liguria, Lombardia e Piemonte.
Parte di quei fondi sono andati a Genova, dove è stata decisa la cattura di alcuni esemplari che stanno invadendo i parchi. Per far contenti gli animalisti però gli scoiattoli vengono sterilizzati e liberati in altre zone, il che rende tutto più lento e costoso. Diversi organismi nazionali e internazionali, tra cui Ispra, hanno più volte richiesto un intervento risolutore per il controllo dello Scoiattolo grigio in Italia, e nel 2008 il Comitato Permanente della Convenzione di Berna ha aperto un "case file", equivalente della procedura di infrazione Ue, a carico dell'Italia per rispondere delle inadempienze in merito all'attuazione di piani di controllo. Non sarebbe meglio prendere spunto dagli inglesi?
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