Il problema volpe (popolazioni in crescita, così come i danni che causa) in Italia sta portando a nuovi, più incisivi, provvedimenti per il contenimento, accompagnati al solito dalle puntuali polemiche animaliste che attribuiscono a questi interventi la volontà di favorire i cacciatori, anzichè fare riferimento alle motivazioni contenute nei pareri rilasciati dall'istituto nazionale di protezione ambientale (Ispra).
Come a Piacenza, dove alcuni gruppi su Facebook hanno organizzato una protesta per fermare il contenimento di 239 capi deciso per dicembre. "Ognuno ha il diritto di esprimere la propria opinione - risponde Manuel Ghilardelli, assessore alla caccia in Provincia - , ma c’è stata un po’ di disinformazione su quanto deliberato dalla giunta provinciale non abbiamo aperto indiscriminatamente la caccia alla volpe, ma è un atto di prevenzione per i danni provocati dall’alto numero di esemplari di volpe presenti nelle campagne del territorio”.
Intanto proprio in queste ore, anche Terni è corsa ai ripari. L’amministrazione provinciale ha autorizzato fino al 2015 il piano di controllo per l’abbattimento selettivo degli esemplari in sovrannumero. Anche qui il provvedimento, successivo ai pareri favorevoli di Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e Regione Umbria, è stato assunto per limitare i danni alla fauna selvatica nelle fasi di ambientamento e riproduzione e alla zootecnia ed è valido solo nelle Zone di Ripopolamento e Cattura (Zrc), Zone di Rispetto Venatorio (Zrv), Zone Addestramento Cani (Zac) di tipo permanente ed Aziende Faunistico Venatorie (Afv). La Polizia provinciale è incaricata del controllo sulla regolarità delle operazioni di selezione che possono essere condotte solo da chi è in regola con la licenza di caccia e abilitato al prelievo selettivo delle specie volpe e cinghiale.