Ci sono "stanziamenti a volte di una certa importanza che non riescono a essere spesi"; come per esempio un 40% di fondi ancora non spesi della precedente programmazione 2006-2013, che però possono esser usati entro dicembre 2015. Lo ha detto il Ministro per la Coesione Territoriale, Carlo Trigilia, riferendo della necessità di una pianificazione di spesa per il settore ambientale, al fine di evitare che i fondi europei vadano persi come in passato.
Nel Fondo sviluppo e coesione - ha aggiunto Trigilia - programmato nella Legge di Stabilità, sono previsti 54 miliardi in 7 anni, "dentro i quali devono trovare spazio la prevenzione del rischio, la bonifica, la depurazione; interventi - ha detto il ministro - che non sono compatibili con le regole Ue", soprattutto per il rispetto dei tempi, dal momento che "il problema è più legato alla capacità di progettazione e di intervento che al reperimento di risorse".
Ora "per il prossimo ciclo di programmazione 2014-2020" Ue "un'ipotesi di allocazione di fondi per l'Ambiente prevede circa 9 miliardi di euro, più uno". Per evitare di "dispersione come in passato" con finanziamenti andati persi e per "fare massa critica e lasciare una traccia" serve "una selezione degli obiettivi, concentrandosi e limitando lo spettro degli interventi: l'idea è che ci debba essere una visione nazionale per poi scendere nel dettaglio con la Regione". Questa situazione per Trigilia è rappresentata per esempio da quanto avvenuto al Polo petrolchimico di Priolo dove c'è "una storia emblematica di continui stanziamenti che non si traducono in interventi".
Trigilia ha osservato che per il nostro Paese sono previsti "oltre 100 miliardi", risorse che "possono dare una spinta decisiva al Paese: 30 miliardi dall'Ue per il 2014-2020, 30 miliardi di derivazione nazionale, e 54 miliardi del Fondo sviluppo e coesione". Il tutto in 7 anni.