C'è allarme in Umbria per un orso incontrato durante una battuta al cinghiale. L'orso, che a quanto pare ha sconfinato dal suo territorio dall'Abruzzo in cerca di un riparto per il letargo, avrebbe provocato il ferimento e in almeno un caso la morte, di alcuni cani da caccia. L'orso è stato avvistato sui monti tra Cascia e Norcia .
Ecco com'è andata secondo il resoconto del Dipartimento di Biologia Cellulare e Ambientale dell’Università degli Studi di Perugia, che ha chiesto che l'orso venga lasciato in pace in questo delicato momento. "Nella giornata di giovedì 12 dicembre 2013 la squadra di caccia al cinghiale Sant’Uberto di Norcia, in braccata fra le località Avendita di Cascia e Ocricchio di Norcia, ha constatato il decesso ed il ferimento grave di due segugi già addestrati su cinghiale, entrambi maschi adulti di taglia media e corporatura robusta. I fatti, a circa un’ora di distanza l’uno dall’altro, si sono svolti mentre i cani erano in attività di inseguimento e segnalazione, tramite vocalizzazione, di fauna selvatica". "La poderosa azione di offesa - dice l'Università - non può che essere stata effettuata da un orso bruno ( Ursus arctos) di taglia medio-grande. Il successivo esame del cane sopravvissuto ha permesso di constatare, in prossimità della ferita perfettamente compatibile con quella rinvenuta sull’esemplare ucciso, la presenza di poderose artigliate, compatibili con un’azione di immobilizzazione del cane, da parte di Ursus arctos, con gli arti anteriori per sferrare più efficacemente il morso che avrebbe dovuto essere mortale. Ma questa volta il soccombente è riuscito a salvarsi".
Secondo gli studiosi "molto probabilmente, in cerca di un’area per lo svernamento ma sentendosi minacciato dal ripetuto inseguimento, il grande carnivoro ha attaccato i due cani allo scopo di difendersi". Non è la prima volta che un orso viene avvistato in quest'area. La presenza dell'orso è stata negli ultimi anni accertata più volte da reperti e testimonianze. L'Università nella sua nota ringrazia i componenti della squadra Sant’Uberto per la solerzia e la sollecitudine con le quali hanno comunicato l’evento e chiede la collaborazione delle associazioni venatorie locali affinchè sia alleggerita la pressione venatoria, con particolare riferimento alla braccata al cinghiale, "per concedere a tale rarissima specie, protetta da norme nazionali e internazionali, di superare il critico periodo dell’ibernazione".