In Toscana i lupi hanno ucciso almeno 700 pecore nel 2013, ma anche capre, puledri, vitelli e mucche al pascolo. E’ la stima pubblicata nelle ultime ore da Coldiretti Toscana, che sottolinea come la presenza di animali selvatici, dai lupi ai cinghiali, sta mettendo a rischio la presenza e il lavoro dell’uomo in molte aree della regione dove il numero è ormai da tempo fuori controllo.
Solo gli ungulati in toscana sono 350.000, che uniti a storni, lupi e altri animali, causano ogni anno 1milione 700mila euro di danni, per il 70% imputabili alle scorribande dei cinghiali che da soli rappresentano la metà della popolazione totale di ungulati. Una situazione insostenibile sfociata nelle ultime settimane, in particolare in alcune zone della Maremma, in azioni di “giustizia fai da te” con l’abbattimento di almeno 8 esemplari di lupi esposti in piazze e strade in segno di protesta.
Per Coldiretti si tratta di reazioni frutto di un’esasperazione e di una rabbia prolungata che alzano l’asticella e l’attenzione su quella che è un’emergenza su cui non si può più perdere altro tempo. “Confiniamo il lupo all’interno dei parchi e delle aree protette presenti nella nostra regione. Le aree off-limits sono il luogo adatto per tutelare e preservare la biodiversità, e così anche il lupo.” – propone Tulio Marcelli, Presidente Coldiretti Toscana.
Secondo Coldiretti il confinamento all’interno di aree protette faciliterebbe il controllo ed il monitoraggio degli esemplari di lupo puri che rischiano, nel lungo periodo, di diventare una razza in via di estinzione. “Molti degli esemplari in circolazione sono incroci di lupi e cani. – spiega ancora Marcelli - L’aumento della popolazione di ibridi è un rischio non calcolato ed assolutamente da non sottovalutare”. Agli animali uccisi si aggiungono - precisa Coldiretti - i danni indotti dallo spavento e dallo stato di stressprovocato dagli assalti, con ridotta produzione di latte e aborti negli animali sopravvissuti.