Più di 400 mila ungulati stimati in Toscana hanno fatto registrare 10 milioni di euro di danni in 5 anni. Alla luce di questo dato e dell'incremento dei predatori e delle migliaia di capi ovini persi ogni anno, la Cia Toscana lancia una petizione in occasione delle assemblee provinciali in corso in queste settimane in tutta la regione, fino al congresso regionale del 13 febbraio.
“E’ urgente – sottolinea la Cia Toscana - difendere il reddito degli agricoltori, messo a rischio da ungulati e predatori; l’agricoltura, l’ambiente ed il paesaggio dalla catastrofe; le imprese ed i consumatori tutelando la produzione agricola; il diritto di tutti ad un agro-eco-sistema equilibrato che tuteli la biodiversità”.
“Per ogni 100 ettari di territorio ci sono in Toscana almeno 20 cinghiali – sottolinea la Cia nella sua nota - , mentre il Piano Faunistico Regionale prevede 0,5-5 capi ogni 100 ettari. All’enorme numero di cinghiali si aggiunge un numero quasi uguale di caprioli, in costante aumento. Per ogni agricoltore ci sono ormai 5 capi ungulati, un carico quasi raddoppiato in cinque anni. 10 milioni di euro di danni produttivi sono stati accertati dagli ATC negli ultimi 5 anni, ma i danni economici ed imprenditoriali sono in realtà assai superiori. Inoltre – denuncia la Cia Toscana - numerose specie non cacciabili, dallo storno al piccione, creano danni che nessuno risarcisce.
La Cia Toscana chiede subito il risarcimento totale dei danni diretti ed indiretti causati da ungulati e predatori; inoltre un’azione decisa per attuare entro il 2014 gli obiettivi del Piano Faunistico Regionale; un Piano straordinario per riportare la presenza e la densità della fauna selvatica e dei predatori in equilibrio con il territorio; interventi di contenimento della fauna selvatica nei parchi e nelle aree protette; una profonda revisione delle normative comunitarie, nazionali e regionali, a partire dalla Legge 157/92, per tutelare la biodiversità e dare certezze agli operatori”.