"Certo, la pioggia è stata abbondante, ma questa volta crediamo che sia stata la diffusa presenza di nutrie su territorio che con le loro tane hanno compromesso gli argini. Un problema che da anni segnaliamo e soprattutto puntiamo il dito su un animalismo troppo rigido che spesso ostacola i piani di cattura di questa specie non autoctona ed estremamente invasiva". E' quanto denuncia, una nota, riportata in queste ore da diversi Tg e agenzie stampa, di Agrinsieme Emilia-Romagna, il coordinamento che rappresenta le aziende e le cooperative di Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative italiane (che a sua volta ricomprende Agci-Agrital, Fedagri-Confcooperative e Legacoop Agroalimentare) sull'alluvione che ha colpito il Modenese a causa del cedimento di un tratto dell'argine del fiume Secchia.
"Stimiamo in diverse milioni il valore dei danni arrecati alle coltivazioni - spiega Agrinsieme - ma è presto fare un 'conto' del disastro. Chiediamo che venga richiesto lo stato di calamità naturale in una zona già martoriata dal terremoto e dove ancora non si è usciti da quella emergenza". Agrinsieme segnala che anche una scarsa manutenzione degli argini di fiumi come il Secchia ed il Panaro che periodicamente sono soggetti ad ondate di piene. "Anche in questo caso l'ambientalismo esasperato contrasta operazioni che dovrebbero essere nella norma e che servono invece per consentire un regolare deflusso delle acque - scrive Agrinsieme -. Se a ciò aggiungiamo la forte antropizzazione e la costante 'erosione' di terreni agricoli per dar spazio alle edificazioni è chiaro che queste emergenze rischiano di manifestarsi sempre più spesso".
Sicuramente tutto ciò non sarebbe accaduto se le piogge non fossero state così straordinariamente abbondanti, non c'è dubbio, aggiungiamo noi. Ma che le nutrie peggiorino gli effetti, già di per sé drammatici di questi fenomeni atmosferici, non è un'idea strampalata degli agricoltori italiani. E' invece convinzione ampiamente diffusa in Europa e nel mondo, così come, (ed è il massimo ente ambientalista mondiale, IUCN, a dirlo) il fatto che dove la nutria è specie invasiva (e in tutta Europa lo è), sia necessario intervenire, con abbattimenti mirati e risolutivi. Da noi non si fa, spesso a causa di scellerate battaglie animaliste a colpi di Tar, e di campagne come quella della Lac, che qualche anno fa sul suo sito invitava a familiarizzare con i castorini (il dossier sulla nutria della Lac è ancora on line), totalmente al di fuori della realtà, controproducenti e dannose. I risultati li vediamo ogni giorno e purtroppo a pagarne il prezzo sono quelle centinaia di sfollati e i dispersi portati via dal fango. IUCN in un suo recente rapporto ha anche previsto, che a causa del nulla di fatto sul fronte eradicazione nel nostro Paese, che la nutria italiana crescerà nei prossimi anni di almeno tre volte con perdite economiche che raggiungeranno i 9-12 milioni di euro l'anno. Non sarà ora di svegliarsi e di smettera di dare credito a certe derive ideologiche e antiscientifiche?
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