Lo zoo di Copenaghen ha deciso di abbattere un piccolo di giraffa nato in cattività due anni fa e di dare le sue carni in pasto ai leoni. La scelta è stata dettata da motivi gestionali. Lo zoo infatti aderisce al programma EAZA (European Association of Zoos and Aquaria), che vieta la riproduzione tra animali consanguinei a scopo di buona conservazione negli zoo e negli acquari, per mantenere le specie il più sane possibili.
A nulla sono serviti gli appelli delle varie associazioni e dei privati che hanno proposto l'acquisto dell'animale, con offerte che sono arrivate a centinaia di migliaia di euro. Lo zoo non ne ha voluto sapere, appellandosi a cavilli burocratici che avrebbero impedito in ogni caso la cessione dell'animale. Così domenica scorsa Marius, questo il nome che era stato affibbiato all'animale, è stato ucciso con un colpo di pistola a proiettile captivo (stesso metodo utilizzato per abbattere i bovini negli allevamenti), dopo essere stato anestetizzato. A questo fatto è seguita una sorta di autopsia pubblica: il corpo del giraffino è stato sezionato e successivamente dato in pasto ai leoni dello stesso zoo davanti agli occhi dei visitatori, bambini compresi. Proprio questo lato della faccenda è ciò che più è oggetto di critiche e biasimi nei confronti della struttura. Per gli animalisti si è trattato di una mostruosità, di una spettacolarizzazione della morte che andava evitata.
Questione di punti di vista. Per i responsabili scientifici dello zoo si è trattata di un'esperienza didattica ed educativa, di un'occasione di illustrare con grande efficacia l’anatomia delle giraffe oltre che di raccogliere nuove informazioni, utili per lo studio. Può darsi che lo zoo abbia sfruttato il clamore mediatico per attirare un maggior numero di persone, certo, ma che si tratti di spettacolo o di prassi, poco cambia.
Questa vicenda in realtà porta a galla un atteggiamento ipocrita della nostra società, che tende a negare la morte. Delegando l'uccisione di ciò che mangiamo, diventando vegetariani o acquistando solo cibi già pronti all'uso, facciamo in modo che venga allontanata dai nostri occhi, per sentirci meglio e fare finta che non faccia parte della nostra vita. I leoni, anche se in cattività, si nutrono di carne. Che sia la carne di una giraffa o di un maiale poco cambia. E non può essere il parametro della bellezza o della tenerezza che ci suscita questo o quell'animale a guidare le nostre scelte. Levarci dagli occhi la crudezza di certe immagini ci rende migliori? Noi crediamo di no.