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News NaturaLupi, il contenimento è la soluzione più razionale? venerdì 14 febbraio 2014 | | La situazione sul lupo è all'esasperazione in Maremma. Non serve essere schierati da nessuna parte per vedere ciò che è una semplice constatazione: i predatori sono cresciuti troppo e ora la produzione casearia è sotto attacco. Si aggiunga che in Italia non ci sono abbastanza tutele per gli allevatori e che gli ambientalisti si oppongono ad ogni ipotesi di intervento, e si ha il quadro della situazione.
Stanchi di vedersi decimare le greggi, e di perdere ciò che hanno ereditato da un'epoca in cui i lupi erano stati combattuti per volere di una società agricola, che certo non poteva fare i conti con certi problemi “etici” di questa nostra, gli allevatori reagiscono. E lo fanno ora con il coltello tra i denti. Di fronte alla prospettiva di lasciarla vinta al lupo, abbandonati da tutti, tentano il gesto più disperato, che vuole un po' essere grido d'aiuto, e un po' minaccia. Esporre cadaveri di lupi uccisi, come successo proprio in questi giorni, per l'ennesima volta nel grossetano, è qualcosa di orribile, deprecabile e ingiusto e va condannato. Ma ingiusto è forse anche non lasciare alternativa a chi ha già lottato tanto e sta per gettare la spugna. In quei gesti, il messaggio è drammaticamente chiaro: voi non ci ascoltate e noi uccidiamo i lupi.
Questa volta sono accusate chiaramente le associazioni animaliste, come Lav, Ww e Enpa, citate nel cartello trovato accanto alla testa di un lupo. La rivista National Geographic ha chiesto un parere Nicola Bressi, zoologo e direttore del Museo di Storia Naturale di Trieste, il quale, parlando delle difficoltà degli allevatori ad accedere ai fondi dei risarcimenti, ricorda che altrove la situazione è gestita in maniera del tutto diversa, con la massima attenzione non solo sul lato occupazionale della vicenda, ma anche verso il mantenimento di prodotti caseari che sono patrimonio di tutti, da tutelare costi quel che costi.
Così scopriamo che per esempio in Slovenia, dove per altro si è tenuta a settembre scorso una importante conferenza internazionale sul lupo, lo stato concede fondi ai pastori per attrezzarsi. I cani da guardia vengono regalati e/o il loro acquisto e mantenimento è scaricabile dalle tasse. Inoltre gli allevatori che investono di più nella prevenzione ottengono vari benefici, come bollini di qualità sui prodotti caseari, stand gratuiti per presentarli alle fiere turistiche, vantaggi come rifornire catene di ristoranti e via dicendo.
Altro fatto importante, da noi non considerato e passato sotto silenzio, è che a quel meeting, cui hanno partecipato esperti provenienti da tutta Europa, c'è stato un acceso dibattito proprio riguardo alla opportunità di inserire la specie tra quelle definite cacciabili nell'Unione Europea. “Sostanzialmente, - riferisce Bressi - andava stabilito più che altro quanto capillare debba essere il controllo dello stato sugli allevatori che si fanno giustizia da soli”.
Al di là della caccia al lupo, che in Italia pare non interessi a nessuno (o a pochi), l'opzione dell'abbattimento controllato pare essere per questi studiosi la soluzione più razionale. Il giusto compromesso, secondo gli esperti, è infatti consentire abbattimenti in deroga. "In questo modo non si dà ai contadini la sensazione che lo stato stia abdicando dal suo ruolo di controllo sugli attacchi dei lupi, e al contempo si evitano bracconaggio e uccisioni come quelle della Maremma”. Con pochissi esemplari prelevati ogni anno si può conservare la specie e allo stesso tempo dare un segnale agli allevatori, che comunque possono continuare a richiedere anche i risarcimenti. Il che aiuta anche a proteggere i lupi, visto che gli allevatori smetterebbero di farsi giustizia da soli. Vi pare fantascenza o pura razionalità?
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