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News NaturaAcqua e salute: troppi veleni dal rubinetto, il Rapporto Legambiente mercoledì 26 marzo 2014 | | Nel nostro Paese nel 2011 sono state emesse oltre 140 tonnellate di metalli pesanti direttamente nei corpi idrici e quasi 2,8 milioni di tonnellate di sostanze inorganiche (Cloruri Fluoruri e Cianuri) di cui quasi la metà derivanti da attività di tipo chimico. Questa la situazione allarmante del sistema idrico italiano fotografata dal rapporto di Legambiente. “Tra le sostanze organiche ritenute pericolose in via prioritaria rientrano l’antracene, il benzene, gli IPA (idrocarburi policiclici aromatici): sono state immesse 2,9 tonnellate di nonilfenoli cioè il 60% circa dell’ emissione europea totale per questa sostanza, 1,25 tonnellate di IPA (pari al 39% della quantità totale dichiarata a livello europeo per il 2011) e 0,91 tonnellate di benzene legate quasi esclusivamente al settore della produzione e trasformazione dei metalli.
Il 22 dicembre 2015 scade il termine per il raggiungimento degli obiettivi ambientali previsti dalla direttiva quadro sulle acque 2000/60 in termini di conseguimento (o mantenimento) del “buono” stato ecologico per tutti i corpi idrici. Secondo la relazione sull’attuazione della WFD presentata nel 2012 dalla Commissione europea – dice Legambiente - innanzitutto non si conosce lo stato ecologico del 56% e lo stato chimico del 78% delle acque superficiali; i corpi idrici che ricadono nelle classi “elevato” e “buono” per lo stato ecologico sono complessivamente il 25%, mentre per lo stato chimico sono in classe buono il 18% le acque superficiali monitorate.
“Oltre al danno la beffa. Infatti agli aspetti ambientali si aggiunge, sul fronte economico, la minaccia di pesanti sanzioni per le procedure d’infrazione che scaturirebbero dal mancato rispetto delle direttive - commenta Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente -. È sempre più urgente quindi avviare una seria e concreta politica di tutela delle risorse idriche. Occorrono piani strategici che puntino a ridurre i prelievi e i carichi inquinanti, ricorrendo anche a misure come la riqualificazione dei corsi d’acqua, la rinaturalizzazione delle sponde, la fitodepurazione, il riutilizzo delle acque ai fini industriali e irrigui e la ricerca di soluzioni al problema dell’artificializzazione dei corsi d’acqua e dell’impermeabilizzazione dei suoli. Occorre armonizzare e coordinare i tanti livelli di pianificazione oggi esistenti in materia di risorse idriche e applicare strumenti di partecipazione adeguati - conclude Giorgio Zampetti -, non semplici consultazioni su piani già chiusi, ma percorsi che individuino, insieme a tutti i soggetti interessati, le criticità e le politiche da mettere i campo per risanare e tutelare le risorse idriche nel nostro Paese”.
Secondo in recente studio dell’istituto di ricerche Ambiente Italia una nuova politica di tutela delle risorse idriche può rappresentare un’opportunità anche in termini economici in quanto a fronte di un investimento ipotizzato nel settore idrico di 27 miliardi di euro nei prossimi 10 anni si potrebbero creare oltre 45.000 posti di lavoro. Alcuni strumenti utili sono:
- applicare il principio di chi inquina paga: questo principio è un riferimento-guida della legislazione comunitaria che ha come obiettivo di eliminare gli inquinamenti evitabili e nel contempo recuperare risorse per altre azioni di risanamento;
- definire una tariffazione progressiva del servizio idrico che tenga conto delle condizioni economiche e sociali degli utenti, che scoraggi i grandi consumi e preveda l’attuazione del full cost recovery e il principio “chi inquina paga”;
-prevedere opportune tasse di scopo (questo proposito un importante opportunità deriva dai canoni di concessione stabiliti dalle regione per i diversi usi della risorsa idrica in Italia, imbottigliamento, agricolo o industriale);
-sfruttare la grande opportunità dei Fondi strutturali europei, che dovrebbero vedere nelle politiche di tutela delle risorse idriche e di applicazione degli obiettivi delle direttive europee acque (2000/60) e alluvioni (2007/60) una delle loro finalità principali.
L'acqua è un bene comune fondamentale per la vita, da preservare nella qualità oltre che nella quantità, e di cui dobbiamo assumerci tutti la responsabilità diventando parte attiva di una politica di gestione e tutela delle risorse idriche nel nostro Paese, per un’acqua pubblica e accessibile a tutti. | Leggi tutte le news | |
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