“I parchi siciliani sono oggi ridotti a stipendifici, con piante organiche drogate da stabilizzazioni e dalla presenza di figure non specializzate, di 3- 4 volte superiori a quelle di ben più efficienti parchi nazionali”. Così Legambiente Sicilia parla delle gestioni dei parchi siciliani, che non esita a definire “scandalose e fallimentari”. Tutto ciò secondo l'associazione è diretta conseguenza delle "logiche clientelari che hanno contraddistinto le scelte dei governi che si sono succeduti, con l’acquiescenza degli Assessori regionali al territorio, che secondo la legge avrebbero dovuto vigilare sulla buona gestione".
"I parchi siciliani - dice Legambiente - sono ormai un ibrido tra comunità montana e pro loco, invasi da bracconieri e fuoristradisti. Se il governo Crocetta volesse davvero riformare il sistema dei parchi dovrebbe coerentemente garantire un totale ribaltamento di queste logiche – prosegue Legambiente – e per lanciare un forte segnale di discontinuità con il passato dovrebbe avere il coraggio di partire da un azzeramento di tutte le cariche”.
Dal Parco dei Nebrodi il presidente Antoci ribatte: "allo stato attuale all’Ente Parco dei Nebrodi ne lavorano 128 unità, le cui remunerazioni sono previste dal Contratto di lavoro vigente nella Regione Siciliana. All’atto del suo insediamento, in linea con le direttive volute dal Governo Regionale e di concerto con l’Assessore al Territorio ed Ambiente, Mariella Lo Bello, il Presidente del Parco, Giuseppe Antoci, ha ridotto del 20% la retribuzione di parte variabile di tutti i dirigenti che prestano servizio nel Parco, ivi compresa quella del direttore. Una vera spending review attuata, tra l’atro, in presenza di contratti in essere e con effetto retroattivo per tutto l’anno già trascorso, nonostante l’insediamento del presidente sia avvenuto il 17 ottobre 2013. Il Parco dei Nebrodi dunque esempio di virtuosa gestione ed attenzione alla spesa”.
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