E' "animalismo senile" secondo Michele Serra l'ultima trovata elettorale di Berlusconi per convincere i possessori di cani e gatti al voto. Nella sua L'Amaca, rubrica quotidiana de La Repubblica, Serra parla dell'animalismo come una di quelle tipiche derive da decadenza dell'Occidente: "le cantanti di mambo sul viale del tramonto che dormono con i chihuahua, le star di Hollywood depresse che in loro vece portano dallo psicanalista il barboncino, l'ereditiera svaporata che nomina il soriano esecutore testamentario".
Il giudizio di Serra è nettamente negativo: "qualcosa di festosamente demente anima questo genere di animalismo da boudoir, che ha poco da spartire con le torve guerre di liberazione del ratto o della nutria. E poco, anche, con la febbrile vita di strada della gattara. Fa parte del froufrou, della sazietà da benessere, dello sdilinquimento per oggetti d'amore poco impegnativi, succubi e muti, la natura miniaturizzata e ricondotta a ninnolo, a gioco da salotto. Per fortuna - conclude - chi conosce e frequenta davvero gli animali sa che sono genete seria. Con gli animalisti hanno poco da spartire. Con Berlusconi, zero".
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