E' emergenza ungulati nella provincia di Forlì - Cesena. Uno dei problemi più drammatici è quello degli incidenti stradali, causati soprattuto da caprioli. Saltano all'improvviso sulla carreggiata e per gli automobilisti talvolta è impossibile evitarli. L'ultimo episodio si è registrato sulla strada provinciale che da Faenza porta a Modigliana. Un capriolo è sbucato dal bosco e il conducente di un'auto che passava in quel momento ha perso il controllo del mezzo, fortunatamente uscendone poi incolume. Oltre allo spavento e ai danni al veicolo, la beffa: il conducente non potrà chiedere alcun indennizzo, poichè il capriolo si è allontanato nel bosco, mancano quindi le prove dell'accaduto.
“L’episodio - evidenzia Filippo Tramonti presidente Coldiretti Forlì-Cesena, di per sé non ci sorprende, è uno dei tanti se è vero che negli ultimi anni la Provincia ne ha accertati ben 366 di cui 320 provocati da caprioli”. “Però sono numeri preoccupanti – continua Tramonti – che dicono della dimensione del problema che ha ormai i connotati di una vera e propria emergenza pubblica che coinvolge la sicurezza degli automobilisti e alla quale chi ha la responsabilità di pianificare la gestione faunistico/venatoria risponde con provvedimenti assolutamente inefficaci dal punto di vista del controllo delle densità faunistiche di alcune specie, in particolare degli ungulati”.
“Ricordiamo che il capriolo – aggiunge Anacleto Malara – direttore Coldiretti Forlì-Cesena, è una specie che può essere cacciata solo con la selezione e dopo adeguati censimenti per stabilire i capi che è possibile cacciare. Su questa specie ci sono di fatto dei vincoli all’attività venatoria che limitano il risultato e incrementano una situazione di grave rischio. Ci chiediamo quanto possiamo continuare e cosa risponderanno i responsabili della pianificazione il giorno che succederà la tragedia”.
“Ma diciamo anche – aggiunge Malara – che in tutto il territorio provinciale si registra una compresenza di altre specie faunistiche (cinghiali, cervi, daini e anche il lupo) che ugualmente rappresentano un rischio sulla rete viaria e una calamità per i danni che producono alle coltivazioni agricole e al patrimonio zootecnico”. “Coldiretti – conclude il direttore Malara – vuole denunciare pubblicamente il problema e richiama alle proprie responsabilità i pubblici amministratori interessati. Chi ha orecchie per intendere, intenda”.