In questi giorni è partito un nuovo tam tam mediatico dell'Onorevole Brambilla, che insieme ad alcune associazioni animaliste, in occasione dell'avvicinarsi della Pasqua, sponsorizza con servizi televisivi ad hoc il proprio disegno di legge che mira a mettere fuori norma la macellazione degli agnelli al di sotto dei sei mesi d'età. "Mangiare carne è una crudeltà inaccettabile, mangiare i piccoli è una barbarie" ha detto la Brambilla in occasione di un presidio di piazza insieme all'associazione Oipa.
“La vigilia delle festività pasquali – ha detto l’ex ministro – è il momento più opportuno per riflettere sul consumo di carne e in particolare sulla strage degli agnelli, dei capretti, e di tutti gli animali di giovane età sacrificati alle esigenze dell’industria alimentare. Sono vittime, letteralmente, della crudeltà e dell’ingordigia dell’uomo, che non si accontenta di togliere la vita agli animali che mangia, ma la vuole togliere “tutta”, agli individui più piccoli e più indifesi, solo perché hanno la carne più tenera o perché lo impone la tradizione. Milioni di cuccioli macellati ogni anno - agnelli, vitelli, maialini da latte, capretti – sono un tributo di sangue che appare inaccettabile ad un numero sempre maggiore di cittadini. Il costante declino, da alcuni anni a questa parte, della domanda di agnelli per Pasqua ne è un’indicazione importante. E’ tempo di modificare le crudeli abitudini alimentari degli italiani, abbandonando questa barbarie e facendo un salto di civiltà”.
Le ha risposto, tra i tanti, il Presidente del Cospa Abruzzo spiegando perchè una simile decisione sarebbe letale per un intero comparto produttivo. “Ritardare la macellazione significa mettere in ginocchio le ultime aziende rimaste sul territorio creando ulteriormente disoccupazione e dare un altro colpo all’economia, con la creazione di altri migliaia di disoccupati che si aggiungono a quelli esistenti”. "Porre un limite di tempo per la macellazione, macellare gli agnelli e i vitelli dopo sei mesi di vita significherebbe proporre al mercato un prodotto che il mercato non cerca. Quindi il risultato che si avrebbe se questa scellerata proposta diventasse legge, sarebbe la morte degli allevamenti" evidenzia, anticipando gli effetti catastrofici che si ripercuoterebbero sull'intero comparto: "niente agnello, niente pecorino, niente lana, niente vitelli a carne bianca, di conseguenza niente latticini italiani".
Anche Tonia Marrocu, allevatrice sarda, risponde alla Brambilla: "Forse non tutti sanno che l’agnello sardo è un prodotto ottimo e poco tutelato - dice -. Gli agnelli infatti vivono al seguito delle madri al pascolo e vengono macellati non appena svezzati, non subiscono nessun allevamento intensivo. Altra cosa che non tutti sanno è che c’è una notevole differenza olfattiva e gustativa tra un agnello da latte e un agnello di sei mesi, è un prodotto completamente diverso. La domanda che mi pongo è quale senso abbia tutelare un agnello di un mese che poi verrebbe condannato a morte di lì a cinque mesi, se non quello di arrecare un danno economico agli allevatori. Faccio ancora parte di quella generazione che è cresciuta nella cultura agropastorale, perché tutti da noi, sono figli, nipoti o pronipoti di pastore. Le regole di questo mondo sono la nostra tradizione e non è mai saltato in testa a nessuno pensare che fosse oltraggioso mangiare l’agnello a Pasqua".
" La vostra campagna mediatica - dice poi l'allevatrice rivolgendosi a tutti gli animalisti coinvolti - è ben studiata, immagino che la sensibilità di tanti telespettatori, non possa rimanere indifferente alla notizia che tanti cuccioli di pecora vengono sacrificati per imbandire le nostre tavole pasquali. Peccato che questo teatrino sia guidato da una dei soci fondatori della Sotra Cost International, un’azienda che commercia prodotti ittici surgelati (per un giro di affari di 45 milioni l’anno), ergo mi chiedo se la sua battaglia etica sia dettata dall’amore incondizionato verso gli animali o piuttosto da un conflitto di interessi. Mi dispiace che persone che vivono ogni giorno a contatto con i propri animali vengano additati come mostri perché vivono di allevamento e ne accettano, in modo innato, le sue leggi. Io sono la prima che ad ottobre novembre va a “scoccolarsi” i primi arrivati, consapevole che di lì a poche settimane dovranno essere macellati, ma non credo di essere meno sensibile della Signora Brambilla. Non cambierete il mondo non mangiando carne, ma forse lo migliorerete mangiando carni allevate naturalmente, e rispettando il lavoro e i valori di tutti".