“Come fa un organizzazione onlus (questo è lo status di LAV dal 1977) ad avere un fatturato di quasi 5 milioni di Euro?” Se l'è chiesto Davide Valentini, che da semplice cittadino, così si definisce lui stesso, ha analizzato gli introiti dell'associazione. La LAV tra le associazioni animaliste e ambientaliste è quella che incamera più fondi dal 5 per mille: un milione e 176 mila euro l'anno secondo gli ultimi dati pubblicati. Seguono Wwf con un milione e 121 mila euro, Enpa, 948 mila, Greenpeace 758 mila euro, Oipa 227 mila e Legambiente 121 mila euro. Più defilati animalisti italiani (102 mila euro) e Lac (12 mila). Vedi notizia su bighunter.
Stando a ciò che dice Valentini da un’analisi del bilancio della Lav non traspare molto riguardo alle spese, cosa che potrebbe contrastare con il regolamento delle Onlus che prevede “la massima trasparenza gestionale non omettendo nessuna voce di bilancio”. Quello che si sa è che spende più di 640.000 euro di stipendi per il personale con un incremento rispetto ai 532.000 Euro dell’anno precedente e molte altre risorse se ne vanno in campagne pubblicitarie e di sensibilizzazione. Quanto alle entrate, abbiamo grosse somme provenienti da un non meglio specificato supporto generale sede nazionale e ben 900 mila euro da campagne istituzionali, più altri 280 mila da donazioni e proventi straordinari.
Secondo l'autore dell'articolo è improprio che un'associazione animalista come la Lav sia destinataria del 5 per mille in quanto onlus. La Lav infatti rientra nell'elenco in quanto associazione che tutela il territorio e l'ambiente. Ma allora non è forse eccessivo che l'associazione si scagli contro l’uccisione di randagi o delle nutrie, considerati “specie invasive e dannose per l’ambiente”?