La Toscana si dota di una nuova legge regionale a tutela degli usi civici, intesi come importante integrazione del reddito delle popolazioni residenti nelle zone interessate, che solitamente sono zone marginali e montane. Una materia finora dominata dall'incertezza interpretativa delle norme statali.
Esempi di diritti d'uso civico sono il pascolo, il legnatico, la raccolta dei frutti del sottobosco: la loro tutela è volta a favorire ed agevolare la permanenza delle popolazioni nelle zone svantaggiate. La legge in pratica riconosce la Comunità dei residenti quale legittima proprietaria dei beni civici e promuove e valorizza la gestione comunitaria del territorio civico, accentuandone la visione imprenditoriale ma mantenendo l'ottica conservativa del bene per le generazioni future e la sua gestione sostenibile.
Si specifica inoltre la natura giuridica dell'Ente gestore del demanio collettivo (comitato ASBUC al quale viene attribuita la personalità giuridica di diritto privato) per permetterne una gestione più semplice ed efficiente e in sintonia con la legge regionale sulla montagna e quella forestale della Toscana, si stabilisce che la gestione dei beni debba avvenire secondo le regole del diritto privato. Infine è istituita la banca dati degli usi civici ed è stabilito che il soggetto gestore, per conto della Comunità proprietaria, abbia l'obbligo di trascrizione catastale dei beni civici.
La nuova legge- ribadisce l'assessore regionale - intende mantenere e custodire il valore storico identitario dei beni civici, consentendo di tenere in vita un forte legame Comunità- territorio, da parte della popolazione, con positive ricadute di carattere sociale e ambientale.