Le specie invasive alloctone sono una delle più allarmanti cause del declino animali e vegetali. Alcune di loro sono immesse in natura da ignari cittadini. Lo fanno con leggerezza, senza rendersi conto dei danni che possono provocare in ambienti a loro estranei. Tra gli animali più frequentemente abbandonati quando diventano troppo grandi e voraci, ci sono senz'altro le tartarughine d'acqua dolce. In Italia vi sono vari esempi di invasioni: la specie dalle guance rosse ha fatto danni a Genova in Villa Pallavicini, a Roma in vari parchi pubblici, in Pianura Padana e in Lombardia. In alcune zone, vista la loro estrema adattabilità, questi rettili hanno soppiantato le specie autoctone, rubando la scena alle già poche tartarughe europee rimaste in Italia.
Il problema è che sono carnivore e delle brave predatrici. Tanto che in un parco di Rimini, come riferisce Il resto del Carlino, stanno addirittura facendo strage di anatroccoli. Probabilmente non si tratta della specie dalle guance rosse (la cui importazione nel nostro Paese è stata vietata), ma della Trachemys scripta scripta, per cui non esiste alcun divieto ma è ugualmente dannosa. Sono tante e affamate e per loro i giovani uccelli acquatici che frequentano il laghetto sono facili da depredare. “Il guaio vero – spiega il funzionario della Provincia, Claudio Arrigoni che fa parte dell’ufficio Tutela faunistica e forestale – sta nell’inciviltà delle persone ed è praticamente irrisolvibile. In molti liberano questi animali in quel laghetto, ma non solo lì, magari anche pensando di fare qualcosa di buono. Sono carnivore e aggressive e possono raggiungere un diametro che va dai trenta ai quaranta centimetri. Il fatto è che non si dovrebbe ammettere la vendita di specie non autoctone”. “Sono un vero guaio per gli altri animali che ci sono nel lago, soprattutto per le anatre. Una sera facevo la mia solita passeggiata nel parco e ho visto improvvisamente muoversi l’acqua del laghetto. Ho visto sparire sott’acqua due anatre adulte, non anatroccoli. Erano state attaccate proprio dalle tartarughe”.
Nessuno sa bene cosa fare. "Naturalmente, e ci mancherebbe altro, - dice il tecnico della Provincia - non si possono ammazzare e per ogni tartaruga si arriverebbe a spendere dai 20 ai 40 euro, intendo per mantenerle. Un costo insostenibile". Il problema finora è irrisolto e la situazione può sfuggire di mano in poco tempo, come già successo per altre specie. Il caso più lampante è stato quello degli scoiattoli grigi che si sono riprodotti a dismisura minacciando la sopravvivenza di quello rosso. Fortunatamente, visto il pericolo della scomparsa dello scoiattolo autoctono, ora è impossibile per chiunque avere un esemplare in casa. Le mode degli animali “esotici” hanno una responsabilità diretta sul declino degli ecosistemi.
Gli esempi sono tanti. Sfuggiti al controllo sono anche pappagallini parrocchetti e usignoli del Giappone, in poco tempo divenute specie invasive nel nostro Paese. Un po' di educazione faunistica in più non guasterebbe. Vero ambientalisti?