“Michela Vittoria Brambilla paladina degli animali ma tace sui suoi operai” così un articolo de l'Espresso fa le pulci all'ex Ministro del Turismo, che sta liquidando le Trafilerie del Lario di proprietà della famiglia, senza preoccuparsi della sorte dei circa 30 dipendenti che saranno lasciati a casa dal nuovo acquirente, il magnate turco Aydin Dogan. Ad acquisire la fabbrica in fallimento sarà l'azienda siderurgica Celik Halat, di proprietà di Dogan, che scavalcando la mediazione sindacale, ha proposto a 50 operai la riassunzione con lo stipendio decurtato del 30 per cento, concedendo ad altri 30 una buona uscita prima del licenziamento.
Mentre la Fiom lotta in tribunale, accusando i turchi di atteggiamento anti-sindacale, anche la politica si sta muovendo, sollecitando l'influente paladina degli animali ad intervenire per rassicurare gli operai. In questi giorni si sono susseguite diverse interrogazioni parlamentari da parte di Lega Nord, Pd e Sel, per chiedere un intervento goveranativo ma anche per richiamare l'attenzione della Brambilla, che sembra invece non voler proprio commentare la vicenda. Si fosse trattato di cani e gatti probabilmente sarebbe stato diverso. A farlo notare, alcuni mesi fa, sono stati gli stessi dipendenti in una protesta davanti all'azienda. La Brambilla si è battuta infatti per far chiudere Green Hill e far adottare i cani destinati alla sperimentazione. Lo striscione degli operai recitava "e a noi bigoi chi ci adotta?".
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