La “bistecca di soia" è solo uno dei tanti prodotti consumati quotidianamente dai vegani. Il marketing animalista ha pensato a innumerevoli surrogati di tutti gli alimenti di origine animale. E così, sui banchi vegan troviamo "affettato, salame, wurstel, pancetta, porchetta, macinato per ripieni e ragu', filetto, arrosto, maionese, latte", tutti rigorosamente vegetali. A portare a galla questa contraddizione è Massimiliano Filippi, Presidente di Federfauna. “Ne parlavo qualche sera fa, davanti ad una bella grigliata di manzo e maiale, con un carissimo amico proprietario di supermercati, che mi raccontava quale business ci sia dietro all'alimentazione animalista e cosa spinga le catene ad inserire nei punti vendita un reparto "vegan".
"Ho appreso cosi' - spiega Filippi -, come una confezione da 100 grammi di "affettato" vegano (l'etichetta non specifica se affettino la spalla della soia o la coscia del frumento) venga venduta a 2.85 Euro, pari a 28,5 Euro al chilo, quando una vera spalla cotta di suino viene venduta a 7 Euro al chilo, una mortadella buona a 10, a 22 Euro al chilo una vera coscia di Prosciutto di Parma Riserva Oro D.O.P. stagionato 30 mesi. E cosi' tutto il resto: un "arrosto" vegano viene venduto a 22 Euro al chilo, un arrosto vero a 10; un "wurstel" vegano viene venduto a 25 Euro al chilo, uno vero a 7; una "maionese" vegana viene venduta a 15 Euro al chilo, una vera a 4; un litro di "latte" vegano viene venduto a 3 Euro, cioe' tre volte tanto quanto viene venduto quello vero".
"Ci sara' dentro l'oro in questi prodotti vegani?" Si chiede Filippi. Assolutamente no! Sono essenzialmente intrugli di acqua, legumi e soprattutto frumento e soia, il cui prezzo a Listino settimanale della Borsa Merci di Modena e di Bologna e' per il primo di 204 Euro e per la seconda 417 Euro la tonnellata. Al chilo rispettivamente 20 e 40 centesimi… Al chilo la carne di Vitellone (Mezzene) sta a circa 6 Euro. Quali sono dunque gli ingredienti segreti per realizzare, con materie prime che costano un quindicesimo o un trentesimo della carne, prodotti che al dettaglio si vendono a tre volte tanto la carne? Altissimi margini per tutti gli attori della filiera, che guarda caso diventano quasi sempre sponsor di chi attua la propaganda, e tanto, tanto, tantissimo marketing!...
"Insomma - chiude Filippi - , tra campagne animaliste varie, certificazioni e marchi "vegan", "cruelty free", ecc. , l'arrosto vegano e' molto piu' fumo che arrosto, ma a chi lo pubblicizza, lo produce o lo vende rende bene… e i polli lo mangiano volentieri!...".