Mentre il Parlamento mette in discussione la
caccia con i richiami vivi, come se davvero l'infrazione europea riguardasse questo argomento e non le modalità di approvazione dei regolamenti di cattura,
la Commissione Europea ha aperto una nuova procedura di infrazione nei confronti dell’Italia perché "non garantisce che l’acqua destinata al consumo umano sia conforme alle norme UE".
Il problema della contaminazione di arsenico e fluoro è ben noto da anni, e questa non è certo la prima volta che l'Europa ci bacchetta chiedendo di garantire che l’acqua destinata al consumo umano sia salubre e pulita. Diversi i comuni italiani distribuiti tra Lazio, Toscana, Umbria, Lombardia e Trentino Alto Adige che hanno derogato i limiti massimi di arsenico consentiti nelle acque nel corso degli ultimi anni.
La nuova procedura si riferisce al Lazio, visto che ci sono ancora trentasette zone, concentrate tra Viterbo e Roma, in cui non sono ancora rispettati i limiti previsti dalla direttiva Ue. L’Italia ha già usufruito del numero di deroghe massimo, era tenuta a fornire agli utenti informazioni adeguate su come ridurre i rischi associati al consumo dell’acqua, e ad attuare un piano di azioni correttive e a informare la Commissione in merito ai progressi compiuti. Cosa che non ha fatto. In attesa di poter leggere il testo del provvedimento di Bruxelles, la Regione Lazio fa sapere che sta gestendo
un piano da circa 40 milioni per riportare l’acqua entro i livelli previsti dalla normativa.
La direttiva sull’acqua potabile impone agli Stati membri di controllare e testare l’acqua destinata al consumo umano in base a 48 tra parametri microbiologici e chimici e indicatori. Se si riscontrato nell’acqua livelli elevati di arsenico o di altri inquinanti, gli Stati membri possono derogare per un periodo limitato di tempo ai valori limite fissati dalla direttiva, purché la deroga non presenti un potenziale pericolo per la salute umana e l’approvvigionamento delle acque destinate al consumo umano nella zona interessata non possa essere mantenuto con nessun altro mezzo congruo.