Secondo l'Enpa sugli orsi è in atto "una vera e propria guerra alimentata dall'allarmismo, dai pregiudizi e dall'insofferenza di alcune categorie ben individuate che, per motivi assolutamente pretestuosi, non hanno mai tollerato la presenza di questi splendidi animali sul nostro territorio". Una mirabolante arrampicata di specchi che cerca di minimizzare il problema orsi problematici, (diversi gli attacchi ad animali da allevamento e ad una persona in Trentino), per dare addosso ai cacciatori. Come conferma il capoverso successivo.
"Nella sola stagione venatoria 2012/2013, stando ai dati della Lac (Lega Abolizione Caccia) più di 50 persone sono morte per “incidenti di caccia” - prosegue l'Enpa citando i dati che pretestuosamente conteggiano anche le cadute nel bosco e gli infarti dei cacciatori –. Se parliamo di pericolosità per le persone - continua l'Enpa - , si pensi ad abolire questa pratica orribile: le doppiette mietono vittime, mentre in Italia non abbiamo notizia di persone uccise da orsi. La stragrande maggioranza dell’opinione pubblica, che ha dimostrato con una grande rivolta su web e sui media di essere in difesa degli orsi e della natura, ed è consapevole di quale sia il vero pericolo, rappresentato da coloro che, per la ricerca di facili consensi, sono pronti a scarificare animali colpevoli di comportarsi come tali".
L'Enpa imputa le responsabilità delle aggressioni agli allevatori, "che non si preoccupano nemmeno di ricoverare i propri animali in un rifugio notturno per difenderli da possibili predatori". Quanto a pregiudizi e allarmi per motivi pretestuosi, come è evidente, l'Enpa non ha nulla da imparare da nessuno.
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