Sull'orsa Daniza, uccisa da una dose di anestetico forse eccessiva, si è già detto di tutto. Sotto accusa gli agenti trentini e la Provincia, che ha autorizzato l'intervento. Il Ministero dell'Ambiente, così come la Forestale, in disaccordo fin da subito sulla cattura della mamma orsa, hanno aperto delle specifiche indagini. E mentre si aspetta l'esito dell'anestesia disposta sull'animale, è tutto un susseguirsi di comunicati e dichiarazioni al cianuro da parte di esponenti animalisti e politici di ogni sorta. A fare a gara per gridare allo scandalo per l'episodio, questa volta non sono solo Brambilla e grillini, noti per le posizioni animaliste, ma anche Matteo Salvini (Lega), Maurizio Gasparri (Forza Italia), Silvana Amati (Pd). Insomma la politica cavalca l'impatto emozionale dell'opinione pubblica, su una vicenda seria sì, ma che non è certo un affare di Stato, come giustamente ricordato dal direttore del TgLa7 Enrico Mentana durante l'edizione serale di giovedì 11 settembre.
In realtà di riflessioni, tecniche e interessanti, ce ne sarebbero molte da fare, al di là dell'epilogo della triste storia di un'orsa. Per esempio sul Secolo XIX l'etologo Enrico Alleva, chiama in causa la Zooantropologia, l’interazione fra animali ed esseri umani, sottolineando che “c'è stata una grandissima rottura tra cultura contadina dell’Italia rurale e quella urbanizzata, si è perso il rapporto con gli animali e con la natura". "Certo che è difficile dosare un anestetico - continua -. Nei bioparchi a volte succede. Ma quell’animale era in post allattamento, stressato, in fuga da un mese. Orsi e lupi sono animali molto evocativi, sono specie bandiera da conoscere e proteggere. Lorenz diceva: chi li conosce li ama”.
L'ipotesi dello stress, come concausa alla morte dell'animale, è avvalorata anche dal veterinario Riccardo Orusa, dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte e della Valle d’Aosta, direttore del Centro per le malattie degli animali selvatici: “Non è stata questione di molecole o farmaci, ma del tremendo stress cui è stata sottoposta la bestia. Era braccata da un mese e aveva appena allattato, ha fatto centinaia di chilometri, l’hanno presa con un cucciolo: era nel panico per difenderlo. Mi sgomenta l’incapacità dell’essere umano di usare il buon senso”.
Il prof. Luigi Boitani, tra i massimi studiosi di lupi, dice che è un problema politico: "Il Parco Adamello Brenta e la Provincia hanno fatto un lavoro straordinario, siamo gli unici in Europa ad aver reintrodotto gli orsi. Il problema è l’abbandono delle Alpi e dell’agricoltura montana, il suo rinselvatichimento: non abbiamo mai avuto tanti cervi e ungulati negli ultimi 400 anni, logico che i grandi carnivori li seguano. E’ naturale. Mi spiace che sia morta un’orsa, sarà stato un incidente. Ma sta ai politici decidere, vogliamo portarli da 50 a 500? O eliminarli tutti? Nel parco d’Abruzzo ci sono 60 lupi e due milioni di visitatori l’anno: mai successo niente".