Il problema cormorani in molte zone d'Italia è insostenibile soprattutto se gli uccelli si mettono in competizione con il settore ittico. Nel cuneese i pescatori lamentano la presenza di oltre 2000 esemplari. Se si calcola che ognuno consuma mezzo kg di pesce al giorno e che quelli che cattura e non riesce a ingoiare in un “colpo solo”, vengono abbandonati sulle sponde, morenti, si capisce l'entità del danno per il settore, ma anche per la biodiversità.
Il picco di queste colonie, che migrano in Francia a febbraio, dove vanno a riprodursi, si verifica tra ottobre e novembre. In questa zona nel 2013 l'Ispra ha autorizzato l'abbattimento di 78 esemplari e, con un nuovo provvedimento, fino al 2016, le guardie provinciali potranno sparare a 200 cormorani l’anno. Non bastano secondo i soci di Pesca Promotion che opera nei 7 km di torrente nella riserva Il Gesso della Regina dove stanno creando un “ruscello vivaio” per reintrodurre la trota marmorata e il temolo padano. "Il cormorano sta distruggendo tutto - spiega il presidente Enrico Gallina sul quotidiano La Stampa - e lo fa nel delicato periodo di riproduzione dei pesci, mettendo a rischio la sopravvivenza delle specie ittiche autoctone. Abbiamo provato con tutti i tipi di dissuasori: mortaretti, nastri a pelo d’acqua, sagome di pescatori e di falchi in volo. Inutile. Se non aumenteranno i permessi di abbattimento, addio pesci".
A Valdieri, uno dei comuni colpiti, si terrà un incontro con il sindaco Emanuel Parracone, che mette in guardia sul rischio di danno economico per il pericolo che i pescatori cedano i diritti sulle riserve. Sempre sulla Stampa il dirigente del settore Tutela flora e fauna della Provincia, Paolo Balocco risponde così: "gli abbattimenti riguardano i cormorani migratori, non quelli stanziali, nel territorio di nostra competenza. In valle Gesso, le criticità interessano il Parco naturale Alpi Marittime, dove non possiamo intervenire. Il rischio è che da 200 permessi di abbattimento, si autorizzi una strage di cormorani".