La modifica dello status della nutria, che da quest'estate non è più protetta, è un ostacolo al contenimento a Ferrara, dove il roditore mina la tenuta dell'argine del Po, in questi giorni a forte rischio. A dirlo è Nicola Rossi, vicepresidente della Provincia di Ferrara, con delega all’ambiente e all’agricoltura, secondo cui le competenze affidate alla Provincia, non può ricadere sulle spalle dei soli comuni.
Ai Comini non si può insomma chiedere di sopperire alle funzioni della polizia provinciale, che tramite precise convenzioni, affidava, per esempio, le gabbie per catturare le nutrie ad agricoltori e ai coadiutori provinciali. La polizia comunale, dice Rossi, "non ha le strutture per farlo”. E poi da chiarire c’è la questione legata alla soppressione delle nutrie con armi da fuoco: se con fucili (per i quali serve però il porto d’armi) oppure se con carabine, ma sotto i 7,5 Joule.
“E’ chiaro che il non controllo significa mettere a rischio dal punto di vista idraulico il territorio -spiega l’assessore della provincia Nicola Rossi – un rischio che al momento non c’è perché i controlli sono stati eseguiti sino a pochi mesi fa”. Intanto il vicepresidente della Provincia ha annunciato che entro dieci giorni in Prefettura ci sarà un tavolo attorno al quale siederanno organizzazioni agricoli, comuni, Provincia e Prefettura, con l’obbiettivo di affrontare un tema che per il territorio estense è al quanto spinoso. Dal punto di vista economico le risorse sarebbero garantire dal Consorzio di Bonifica insieme ad un piccolo contributo che i vari comuni dovrebbero sborsare.
(telense.it)