“Siamo in presenza di ordinanze che non trovano legittimità dalla situazione reale. Il presupposto è infatti che le nutrie abbiano aumentato i rischi, ma ciò è un assunto dato per sicuro, ma non è provato. Invece le ordinanze vanno giustificate con elementi sicuri, certi. Visto che il sindaco agisce d’urgenza”. E' quanto dichiara Massimo Vitturi, responsabile nazionale settore caccia e fauna selvatica della Lega antivivisezione, secondo cui chi eseguirà le ordinanze varate nei comuni del mantovano, commette reato di bracconaggio. Tesi irrealistica visto che le nutrie da quest'anno non hanno più alcuna tutela, proprio come succede per i topi e le talpe, che possono essere abbattuti da chiunque senza alcuna autorizzazione. Secondo la Lav le ordinanze sono logicamente sbagliate anche perché la piena attesa sul Po è passata e con essa l’eventuale pericolo.
Sullo stesso tenore anche una nota dell'Enpa, che si oppone ad ogni provvedimento urgente che preveda abbattimenti di fauna selvatica, cinghiali, volpi ma anche nutrie. La presidente nazionale dell'Enpa Carla Rocchi, ha scritto al presidente dell'Anci, Piero Fassino, segnalando gravi e ripetute violazioni alla normativa italiana che disciplina la materia, e chiedendo un autorevole intervento presso le amministrazioni comunali.
E' evidente che gli animalisti, deliberatamente, intendno ignorare il nuovo status della nutria, e con esso gli allarmi dell'Europa sui danni biologici delle specie invasive. Senza portare alternative valide, si limitano a considerare illegittimo ogni abbattimento appellandosi ad un generico reato di maltrattamento animale, non più applicabile. La vera priorità oggi, grazie alla modifica della legge 157/92, è la tutela ambientale e sanitaria per sanare una situazione ormai limite che si è venuta a creare negli anni, anche e soprattutto per i continui stop imposti dai capricci animalisti.