Incidente diplomatico tra Russia e Cina per un'operazione di reimmissione in natura di alcune tigri siberiane (specie in via d'estinzione), liberate la scorsa estate dal presidente russo Vladimir Putin, che ha personalmente partecipato alle operazioni. Le tigri hanno sconfinato in Cina, dove pare stiano causando danni agli allevamenti e facendo razzie nei pollai. Una di queste negli scorsi giorni ha ucciso altre 13 capre nel nordest della Cina. Si tratta infatti del secondo attacco alla stessa fattoria negli ultimi giorni. In quell'occasione erano state uccise due capre.
Il dipartimento delle foreste della provincia ha promesso di risarcire l'allevatore per gli animali persi e ha invitato l'allevatore a trasferire le capre oppure a rafforzare le protezioni nella fattoria. Si tratta delle stesse tigri trovate a pochi mesi di vita due anni fa nella foresta. Una volta cresciute il Governo russo ha deciso di reintrodurle in natura, ma due di queste hanno passato il confine cinese ad ottobre e da allora sono iniziati i problemi. Le tigri sono state allevate in cattività e hanno fin troppa confidenza con l'uomo.