La macellazione domestica, vietata da un decreto dell'anteguerra (1928) – che disponeva di utilizzare macelli pubblici per questioni di igiene - è permessa dall'Europa. A dirlo è il Ministero della Salute, con una nota inviata alla Regione Veneto, a chiarimento delle polemiche scoppiate dopo il divieto imposto dall'Ulss 4 (Thiene – Schio).
La vicenda era iniziata a metà ottobre quando i sindaci dei 32 Comuni che fanno parte dell'Ulss 4 si erano visti recapitare la circolare firmata da De Stefani. Un fulmine a ciel sereno. Finora nessuno si era mai sognato di mettere in dubbio una consuetudine che si tramanda, da generazioni, di padre in figlio. De Stefani aveva motivato il suo veto rifacendosi a un decreto che, sotto il sigillo monarchico di Vittorio Emanuele III, stabilisce come la macellazione ad uso privato, fuori di un macello pubblico, di animali destinati all'alimentazione, può essere permessa dal sindaco solo in via eccezionale. In Regio Decreto in realtà è superato dall'entrata in vigore della normativa europea in materia di igiene e sicurezza alimentare, che permette la pratica per uso domestico privato, ovvero a patto che la carne sia destinata all'autoconsumo.
“La tradizione è salva – commenta una nota del Sindacato Italiano Veterinari del Veneto -. Mario Rigoni Stern, sublime cantore nelle "Stagioni di Giacomo" di un rito caro alla memoria ma tuttora diffuso nel Vicentino e nel Veneto, può riposare in pace. E le famiglie dell'Alto Vicentino che, fino ad oggi, hanno abbattuto il suino in casa per preparare salami, sopresse, salsicce e cotechini da consumare per tutto il tempo dell'anno, potranno continuare a farlo”.