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News NaturaBoitani “La riduzione dei lupi, quando necessaria, non deve essere tabù” mercoledì 17 dicembre 2014 | | Luigi Boitani, docente di zoologia dei vertebrati all'Università La Sapienza di Roma è uno dei massimi esperti a livello internazionale sul lupo. Durante il convegno “Lupo in Lessinia – Come stanno le cose e cosa si può fare” tenuto pochi giorni fa nella sala civica di Sant'Anna d'Alfaedo e organizzato dal locale movimento 5 stelle, è stato chiarissimo. “In Lessinia i lupi hanno trovato una pacchia, qui c'è molto cibo a facile portata. E questo è un problema. Perché va bene la reintroduzione, ma deve essere conciliabile con le attività umane” ha detto Boitani. “Nel 1979 – ha proseguito l'esperto - mentre in Abruzzo monitoravo una popolazione di cento lupi, scrissi che per conservare al meglio questa specie si rende indispensabile, talvolta, eliminare qualche esemplare nelle zone a difficile convivenza. Il Wwf mi attaccò. Ma io non ho ancora cambiato idea. La riduzione dei lupi, quando è necessaria, non deve essere un tabù”.
L'areale del lupo è molto vasto. Ogni branco, a seconda della disponibilità di cibo deve avere a disposizione più di 200 chilometri quadrati. Per questo, ha detto Boitani, è sbagliato parlare di reintroduzione del lupo in Lessinia o in Veneto. Il piano dovrebbe essere almeno interregionale. Meglio se condiviso fra più Paesi, come nel caso della collaborazione fra Piemonte e Svizzera”. “Indispensabili poi sono i monitoraggi costanti e precisi della propria popolazione di lupi”, ha aggiunto. “La Francia spende ogni anno in questa attività tre milioni e 100mila euro; dispone quindi di ottimi dati, grazie a cui i biologi possono decidere se e dove ridimensionare i branchi. La Svezia possiede perfino il pedigree di ciascuno dei suoi 320 lupi e in ogni branco uno o due esemplari sono muniti di radiocollare. È impensabile fare reintroduzione senza monitoraggio. Magari l'Italia si adeguasse a questi modelli virtuosi”.
Insomma secondo Boitani anzitutto occorre trattare l'argomento da un punto di vista scientifico e non emotivo. Basta con le ipocrisie. “La verità – ha aggiunto - è che ogni regione è abbandonata a se stessa. Abbiamo una legge nazionale sulle specie protette e una decina di leggi per l'indennizzo dei danni causati da specie protette. Consiglio alle Regioni di unirsi per fare pressione sul governo – la sede adatta può essere la Conferenza Stato-Regioni – per ottenere maggiori risorse, maggiore monitoraggio, il permesso di contenere i branchi quando risultino sovradimensionati rispetto al territorio. Solo così si può approntare una buona convivenza, altrimenti difficile”.
L'esperto rifiuta anche il tentativo di demonizzare questi animali. “Ora so che fremete per sapere se i lupi mangiano i bambini", ha detto infine Boitani. "Qualunque favola vi abbiano raccontato, la risposta è no. Negli ultimi 200 anni non si è verificato un solo caso di attacco all'uomo. Nel parco d'Abruzzo, frequentato da due milioni di visitatori all'anno, sono avvenute zero aggressioni. Il terrore è atavico, ma fatevelo passare, perché non c'è pericolo né per gli adulti né per i bambini che aspettano l'autobus alla fermata”.
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