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In Provincia di Cuneo all'inizio della stagion
e venatoria è partito un progetto pilota per il monitoraggio sanitario delle carni di selvaggina, che in futuro potrà essere esteso a tutto il Piemonte. Una stima di 50 mila esemplari di selvatici (ungulati) in Provincia di Cuneo, di cui 12 mila cacciati richiede un lavoro meticoloso che, spiega il veterinario dell’Asl CN1 Sergio Rinaudo (coordinatore del gruppo di lavoro) “porterà alla definizione di mappe georeferenziate per individuare le zone di presenza di popolazioni di selvatici e anche della positività a diverse patologie”.
“Intanto- sottolinea - effettuiamo un controllo epidemiologico delle malattie infettive e infestive trasmissibili agli animali domestici e all’uomo. Negli ultimi tre anni, abbiamo aumentato il numero di prelievi effettuati sui selvatici da 221 a 504 (per i cinghiali si è passati da 124 a 207) e creato una banca di siero congelato”.
Altri compiti del Gruppo: fornire conoscenze tecnico-scientifiche ai cacciatori, formazione dei colleghi per un corretto approccio ai selvatici, promuovere una conoscenza responsabile dei selvatici con le scuole.
Esiste anche una sala per esami autoptici a Fossano, dove il veterinario Michelangelo Botta effettua esami per verificare lo stato sanitario dell’animale morto, con una valutazione delle lesioni e dei traumi subiti, lo stato di nutrizione, della cute e, previa eviscerazione del cadavere, dello stato interno degli organi, con prelievi (sangue, organi, feci). L'obbiettivo finale, ovviamente, è quello di creare una situazione di sicurezza in cui si potranno muovere ristoratori e commercianti, per il rilancio di una gastronomia di qualità, sostenibile e sana.