Negli scorsi giorni, nell'ambito dell'operazione "Woodcock", la Forestale ha seguito alcune verifiche all'interno di ristoranti romani e posto sotto sequestro diversi esemplari surgelati di beccaccia, beccaccino, alzavola e fischione, scoperti nella cucina di un noto ristorante romano, il cui menù continuava a proporre piatti a base di selvaggina da penna, nonostante il divieto di commercializzare carne di selvaggina, imposto dalle modifiche alla legge 157/92 approvate la scorsa estate.
Le indagini, anche attraverso l'esame della documentazione acquisita, hanno consentito alla Forestale la ricostruzione della filiera commerciale. Il che ha portato ad un ulteriore grosso sequestro di selvaggina cacciata all'estero (Scozia), convalidato in queste ore dal Tribunale di Rovigo presso una ditta specializzata. Si tratta di 1.157 capi di beccaccia (Scolopax rusticola), 200 capi di moretta (Aythya fuligula), 37 capi di fischione (Anas penelope), 6 capi di alzavola (Anas crecca) e 120 capi di specie in corso di identificazione. L'accertamento risale a qualche giorno fa quando, presso il deposito aziendale di una ditta del comune di Occhiobello che opera nel settore alimentare, sono stati ritrovati numerosi esemplari di selvaggina destinata ad essere distribuita a ristoranti di tutta Italia.
“In seguito ad una recente modifica della legge sulla caccia – spiega una nota della Forestale - , il divieto di vendere, detenere per vendere, trasportare per vendere, acquistare uccelli vivi o morti o loro parti è stato esteso anche alla fauna importata dall'estero appartenente a tutte le specie di uccelli viventi naturalmente allo stato selvatico nel territorio europeo”. Durante l'accertamento è stata anche acquisita documentazione relativa alla provenienza e destinazione della fauna. Questo consentirà di sviluppare ulteriormente le indagini sull'intera filiera.