'E' inconcepibile che gli animali di affezione vengano equiparati a beni pignorabili, la normativa deve essere modificata. Una battaglia di civiltà che portiamo avanti da tempo e che concluderemo solo con l'entrata in vigore dell'emendamento che abolisce questa crudeltà''. Lo ha affermato il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti, che sull'argomento aveva già espresso la propria contrarietà, a proposito della presentazione di un emendamento del ministero per modificare il primo comma dell'articolo 514 del codice di procedura civile che prevede la pignorabilità degli animali da compagnia e domestici.
''Questi animali sono considerati alla stregua di beni del loro proprietario - ha spiegato il ministro - ma in realtà in nessuna delle norme che regolamentano la 'tenuta' di tali animali è prevista la loro idoneità ad essere oggetto di pignoramento''. Obiettivo dell'emendamento governativo - viene specificato dal ministero - è ''tutelare il legame affettivo con l'animale, nonché il loro impiego ai fini terapeutici-assistenziali, secondo uno schema logico-giuridico assimilabile a quello sotteso all'impignorabilità, ad esempio delle fedi nuziali prevista nello stesso articolo''.