L'eventualità di promuovere il consumo alimentare della carne di nutria recentemente è stata discussa anche al Congresso Italiano di Teriologia (la branca della zoologia che studia la biologia dei mammiferi). In particolare ne ha parlato Mauro Ferri, veterinario della AUSL di Modena.
“Invece di abbattere le nutrie e poi bruciarne le carcasse, le carni di questi animali, così come accade in altri paesi e come già accaduto anche nel nostro paese negli anni '50, potrebbero essere messe in commercio per il consumo” si legge nella nota Anmvi. In Sudamerica, paese d'origine del castorino, importato in Italia negli anni 60 per le pellicce, è considerata carne pregiata nelle diete locali. Anche in Germania prima della Seconda Guerra Mondiale la nutria fu introdotta per sostenere l'economia delle popolazioni rurali della Repubblica di Weimar, spiega il dottor Ferri a Gaianews.it, media partner del Congresso. In Germania e in Francia oggi la carne della nutria è commercializzata e infatti la normativa europea prevede un iter preciso per far sì che le carni arrivino al dettaglio con tutte le tutele sanitarie del caso.
A proposito di questo in Italia esiste un grande pregiudizio, ha spiegato il dottor Ferri: la nutria è infatti assimilata, per il suo aspetto, ad un grande topo, e a questo si associa l'impressione che sia un possibile vettore di malattie pericolose per l'uomo. In realtà, spiega il dottor Ferri, "le cose non stanno così in quanto i tanti studi epidemiologici e monitoraggi sanitari nell'area di origine della specie e nelle area di espansione, anche in Italia , illustrano una situazione che è analoga in tutte altre specie per il consumo umano che sono gestite in tutta sicurezza, grazie a norme precise a tutela dei consumatori. Pertanto da questo punto di vista si tratta di animali normalmente gestibili in una filiera di lavorazione per il consumo umano come la selvaggina minuta."
"Ricordo", continua Ferri, "che nei paesi d'origine la nutria è considerata una specie dalla carne pregiata. La FAO la considera fra le specie più adatte per l'allevamento a scopo di integrazione alimentare delle famiglie rurali dei paesi poveri. Va detto anche che oggi in Italia la nutria viene abbattuta e poi smaltita da ditte specializzate nella distruzione delle carcasse animali con produzione di emissioni". Per la destinazione alla lavorazione e al consumo, gli attuali piani di controllo dovrebbero essere integrati dislocando sul territorio delle celle frigorifere di sosta per l'invio successivo alla lavorazione. Inoltre il personale dovrebbe essere adeguatamente formato sulle misure adatte per garantire la sicurezza alimentare.
La possibilità di aprire una filiera del consumo di questo animale potrebbe rappresentare un modo conveniente per gestire la presenza di questa specie alloctona nel nostro paese aprendo di pari passo un'interessante prospettiva economica a fronte di una riduzione o annullamento delle spese di smaltimento, ha spiegato Ferri. Tanto più che sussiste il rischio di consumo alimentare delle nutrie per vie non legali. (Anmvi.it)