Il Giudice per le indagini preliminari di Trento ha disposto la riapertura del caso Daniza, accogliendo la richiesta della Lav, che aveva presentato ricorso. Ricapitoliamo la vicenda: l'orsa, madre di due piccoli, era stata anestetizzata per la cattura dopo l'aggressione subita da un cercatore di funghi e alcuni attacchi al bestiame.
Ma, come alcune volte accade in questi casi, l'animale non si è più risvegliato. Si è parlato di una dose eccessiva di anestetico, ma anche di arresto cardiaco dovuto ad una concausa di fattori legati allo stato di salute dell'animale. Ora Lav chiede di inchiodare alle loro responsabilità i tecnici della Provincia che hanno organizzato l'operazione. “Abbiamo così evitato che fosse messa una pietra tombale sul corpo di Daniza - Massimo Vitturi, responsabile LAV Fauna selvatica -. Ora il Procuratore capo disponga l’affidamento dell’inchiesta al Corpo Forestale dello Stato, valuti i nuovi elementi che abbiamo consegnato al Tribunale e faccia la dovuta chiarezza su una vicenda le cui responsabilità non sono solo quelle degli autori materiali, ma anche di chi lo scorso anno ha alimentato il clima di avversione alla presenza degli orsi".
La Lav evidenzia che i casi sono diversi. “Dal 2008 - ricorda la Lav - sono tre gli orsi vittime di narcosi dall’effetto letale su 16 tentativi di cattura (2006-2014). Nel 2008 l’Orsa KG2G3 anestetizzata e con conseguente annegamento presso il Lago di Molveno (Trento), nel 2012 l’Orso JJ5 catturato a Terlago (Trento), poi Daniza (Val di Borzago, Trento) i cui due cuccioli potrebbero non essere sopravvissuti all’inverno e ai pericoli del bosco perché ancora in tenera età (all’epoca dei fatti avevano circa un anno) e bisognosi delle cure materne” evidenzia l’associazione".
Ricordiamo che a novembre scorso, in seguito alle numerose polemiche e denunce, il commissario europeo all'ambiente uscente, Janez Potocnik, rispondendo all'interrogazione di nove eurodeputati del M5S, aveva ribadito che la decisione "di rimuovere" l'orsa Daniza presa dalle autorità italiane "risulta conforme alla legislazione Ue". Bruxelles ha riconosciuto alle autorità italiane di aver agito "nell'interesse della sicurezza del pubblico dopo che l'orsa aveva ferito una persona il 15 agosto 2014".