Riceviamo e pubblichiamo:
Mentre quasi quotidianamente sui giornali i promotori dell’ipotetico Parco Regionale dei Monti Ernici attaccano gli ambientalisti controcorrente dell’AIW, che si sono messi di traverso al loro sogno, scaldando anche gli animi politici su una soluzione alternativa che è subito piaciuta ad amministratori e cittadini, specie a quelli del mondo rurale, il Comune di Alatri, che sui Monti Ernici ha per antiche vicende storiche un settore separato dal territorio amministrato, lo scorso 11 maggio ne ha deliberato la designazione in Area Wilderness e quindi l’accorpamento alle altre 5 preesistenti Aree nei Monti Ernici.
Grandi meriti per questo successo vanno dati al Sindaco Ing. Giuseppe Morini ed in particolare all’Assessore Roberto Gizzi, che da anni si è impegnato a contrastare la sciagurata idea di un Parco che verrebbe solo ad imporre dall’alto altri vincoli da aggiungersi a quelli esistenti paesaggistici ed europei dei SIC e ZPS (imposti con la direttiva di “Natura 2000” voluta dal mondo ambientalista e mai mediata con le popolazioni locali).
La deliberazione, approvata a larga maggioranza ed all’unanimità, è invece segno di un condiviso sentimento popolare che va rispettato in quanto potere della democratica autonomia comunale; un atto che oggi allontana e decisamente affossa l’ipotesi del Parco, in quanto ha adottato in alternativa quello che è internazionalmente ritenuto il miglior vincolo di salvaguardia per un territorio selvaggio: ovvero, basato sul fatto che siano gli stessi proprietari dei suoli a decidere di preservarlo per il suo valore paesaggistico e di biodiversità e quale moderno (e non inflazionato) brand turistico. E ciò senza negare quei diritti all’utilizzazione delle risorse naturali rinnovabili da sempre esercitato dai propri cittadini e da quanti frequentano gli Ernici per lecite attività di ricerca ed utilizzazione delle risorse del bosco che il Parco avrebbe messo in forse, ed anche proibito o quanto meno assoggettato ad una lunga serie di burocratici impedimenti e/o schiavitù di servizio.
Il territorio accorpato all’Area Wilderness si estende su circa 1.600 ettari, ed è incuneato tra i settori già così designati dai Comuni di Vico nel Lazio e S. Vincenzo Valle Roveto. Come già quello di Vico, anche una parte del territorio di Alatri rientra nell’Oasi Faunistica di Trisulti, e quindi chiuso all’attività venatoria per il preesistente vincolo (è però recente la richiesta dell’AIW di consentirvi almeno la caccia al capriolo, la cui presenza sta mettendo a rischio una millenaria foresta di Tassi), mentre essa potrà continuare ad esercitarsi sul resto del territorio.
Qui al valore naturalistico si abbina anche quello storico legato al periodo del brigantaggio postunitario, fatti che ne fanno un valore culturale che andrebbe estrapolato dagli elitari libri di storia per farne un attrazione che renda viva la storia, affinché si possa meglio comprendere quel periodo proprio potendo andare a visitare e vivere come un tempo
i luoghi dove avvennero i fatti; luoghi rimasti immutati e da oggi preservati senza il solito addomesticamento che un Parco avrebbe comportato facendogli perdere quel fascino che ne è la vera attrazione, legata proprio alla difficoltà dei luoghi ed alle attività rurali che da sempre li hanno caratterizzati.
Il settore di Alatri di quella che si sta avviando a divenire la grande Area Wilderness dei Monti Ernici oggi ne costituisce il suo “cuore”, un cuore selvaggio come pochi altri territori, che già la sua denominazione “Valle dell’Inferno” lascia immaginare quale sia la sua saliente caratteristica, per difendere la quale non c’era bisogno di un Parco voluto da Roma, ma di una democratica e libera decisione di chi ne possiede la proprietà catastale con tutti i suoi diritti di utilizzazione: ovvero i cittadini tutti di Alatri e degli altri paesi limitrofi!
Con Alatri, quindi, oggi sono già 5 i Comuni che hanno approvato deliberazioni a salvaguardia dei propri territori selvaggi sui Monti Ernici: Sora, Guarcino, S. Vincenzo Valle Roveto (L’Aquila), Vico nel Lazio, e, appunto, Alatri; per un totale di circa 8.000 ettari. A completare quella che si spera possa divenire una grande Area Wilderness a cavallo tra il Lazio e l’Abruzzo mancano all’appello solo due Comuni abruzzesi (Balsorano e Morino) e tre Comuni laziali (Collepardo, Veroli e Monte S. Giovanni Campano).
L’uomo politico che può cavalcare questo successo, un po’ anche proprio visto l’entusiasmo con cui lo ha fatto tale opponendosi all’idea di un nuovo Parco, è ora il Consigliere regionale Mauro Buschini, Presidente della Commissione bilancio della Regione, che ha subito compreso la bontà della proposta, l’ha caldeggiata e si è impegnato pubblicamente a sostenerla anche in ambito regionale con una proposta di legge che conferendogli un riconoscimento potrà dare accesso a dei finanziamenti di sostegno, ma senza creare il carrozzone che il Parco avrebbe comportato!
Infine, come non ringraziare tutti gli anonimi sostenitori del Comitato per il Parco? Infatti, con la loro campagna volta ad ottenere un Parco imposto dall’alto (per ottenerlo è stata addirittura elaborata una proposta di legge contro la volontà dei Comuni e quindi dei cittadini ciociari!) hanno forse dato una spinta notevole all’idea dell’Area Wilderness, favorendone certamente la sua designazione: un vero e proprio autogol!
Murialdo, 13 Maggio 2015
Franco Zunino
Segretario Generale Associazione Italiana Wilderness