Sempre più gabbiani nelle città italiane. Se ne parla in articolo de La Stampa: sono 40 mila solo a Roma, dice il quotidiano, evidenziando il continuo aumento della specie anche in tutte le altre città italiane. La capitale è stata presa ad esempio anche dal quotidiano francese Le Monde, il quale ha puntato il dito sulla chiusura della maxidiscarica di Malagrotta, che ha determinato una crescita esponenziale dei gabbiani nella città. La specie, che si nutre ormai soprattutto di rifiuti, è sempre più aggressiva, soprattutto nei confronti di piccoli animali e altri uccelli. “Li uccidono a beccate e li sventrano per mangiarne le interiora – sottolinea La Stampa -, abbandonando poi la carcassa squartata”.
Un esempio lampante della situazione si è palesato con l'episodio del lancio da parte del Papa delle colombe lo scorso anno durante l'Angelus, con l'attacco mortale da parte di un corvo e un gabbiano. La vicenda aveva creato particolare scalpore, portando a galla finalmente un problema che in realtà era già sotto gli occhi di tutti.
Perfino la Lipu sottolinea la problematica. Marco Gustin, etologo e responsabile specie e ricerca della Lipu, intervistato da La Stampa, evidenzia l'accresciuta aggressività della specie. “A Trieste in particolare si stanno adoperando per tenere sotto controllo il fenomeno, ma non si può fare molto, sono una specie protetta” sottolinea il protezionista. Cosa si fa? “Si cerca di contenere le nascite, si mettono delle uova finte nei nidi o si siringano quelle già deposte” informa Gustin. In realtà le modalità di intervento permesse dalla legge ci sarebbero, basterebbe applicarle.