Un gruppo di eschimesi giunti dalla Groenlandia, ha protestato ieri davanti al Parlamento europeo di Strasburgo contro le restrizioni imposte sulla caccia alla foca, unica fonte di sostentamento per le popolazioni locali. In particolare hanno portato in evidenza la crisi economica causata dal divieto di esportazione e di vendita di prodotti a base di foca nella Comunità europea, recentemente legittimato anche dal WTO, che ha confermato il diritto da parte dell'Ue di vietare il commercio di prodotti di foca sulla base delle legittime preoccupazioni morali degli europei in materia di benessere animale. La protesta, secondo quanto riferisce l'Ansa, si è svolta con un sit-in pacifico, con tanto di grigliata a base di carne di foca e di canti tradizionali.
La caccia a questo mammifero, hanno sottolineato, è al 100% ecologicamente sostenibile e autorizzata dalla legge. E per la foca non esiste alcun rischio di estinzione, a differenza di quanto dichiarato da diversi gruppi animalisti. L'ammontare totale delle foche cacciate in un anno, infatti, è pari a circa 200mila esemplari, su una popolazione totale di oltre 12 milioni. In realtà, si legge sul sito dell'Ansa, “gruppi di biologi marini stimano che la caccia potrebbe anche triplicare, senza avere alcun impatto sull'ecosistema”.
Durante la protesta, gli Inuit hanno ricordato che tutta l'economia della Groenlandia e la stessa vita dei loro abitanti si basa sulla caccia della foca. Basti pensare che in quel Paese i prezzi al consumo dei beni di prima necessità sono più alti di circa il 30% rispetto alla media europea. In una terra quasi perennemente coperta da ghiaccio e neve anche le coltivazioni sono impossibili e l'unica fonte di proteine per la popolazione locale viene proprio da questi animali.