Il
25% delle specie nidificanti rientra in una delle categorie a
più elevato rischio di estinzione e sono 5 le specie risultate in maggiore pericolo: il gipeto, il capovaccaio, il grifone, l’aquila del Bonelli e la bigia padovana. Il dato emerge dal
primo Rapporto Nazionale sullo stato di conservazione degli uccelli in Italia, pubblicato dall'ISPRA. Il lavoro nasce dalla collaborazione tra Ministero dell’Ambiente, Regioni e Province autonome, ISPRA e Lega Italiana Protezione Uccelli e raccoglie le migliori informazioni disponibili dal 2008 al 2012 sulla demografia e sulla distribuzione geografica di 306 popolazioni di uccelli nidificanti o svernanti in Italia.
Per ogni popolazione sono state evidenziate le principali minacce per la conservazione e le azioni da attuare nei prossimi anni per colmare le carenze conoscitive. In particolare è stata data attenzione alla valutazione dell’importanza e del ruolo delle 610 Zone a Protezione Speciale della Rete Natura 2000 che sono risultate strategiche per la conservazione delle specie più vulnerabili.
Gli uccelli rappresentano un importante indicatore delle condizioni ambientali e la scomparsa a livello locale di molte specie rispecchia l’aggravarsi delle condizioni ambientali soprattutto negli ecosistemi agricoli e nelle zone umide. Di fatto le minacce alla conservazione segnalate più di frequente risultano essere le modificazioni dei sistemi naturali (abbandono dei pascoli e delle colture tradizionali), le pratiche agricole (biocidi e fertilizzanti) e l’uso di risorse biologiche (caccia e pesca). Importanti anche le pressioni e le minacce al di fuori del territorio europeo che si ripercuotono sulle popolazioni migratici.
Tuttavia ci sono anche dei dati positivi: molte specie hanno migliorato il loro stato di conservazione. Nel complesso, il numero di popolazioni in incremento nell’ultimo decennio (37) è simile al numero di quelle in decremento (41).