Trovata lo scorso 22 maggio nel territorio comunale di
Villavallelonga (L'Aquila) e affidata al
Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise (Pnalm), l'
orsetta Morena verrà rilasciata in natura. È il primo esperimento di questo tipo in Italia e, verosimilmente, anche in Europa. Le probabilità di successo sono però difficili da ipotizzare: i rischi, legati sia alla fase di crescita che a quella del rilascio, sono molti.
Il programma di recupero, frutto di un protocollo elaborato con la consultazione di esperti nazionali e internazionali, siglato con la collaborazione del Corpo forestale dello Stato, prevede, dopo lo svezzamento già avvenuto, l'isolamento del cucciolo in un'area semi-naturale. Il cibo - frutta e insetti - verrà fornito in tempi e posti diversi, nascosto e sparpagliato nel recinto, in modo da favorirne la ricerca attiva da parte del cucciolo, stimolarne la curiosità e ridurre i potenziali comportamenti tipici degli animali in cattività. Non sono ancora stati definiti il periodo e il luogo del rilascio, ma sono due elementi cardine.
“Ci siamo impegnati ad aggiornare e informare periodicamente sul percorso intrapreso – spiega all'Ansa il presidente del Parco, Antonio Carrara - e' un'operazione difficile che abbiamo voluto intraprendere. Circa 20 anni fa alcuni turisti tedeschi trovarono un'altra orsetta, Lauretta: oggi vive ancora nel Parco, in cattività. In questi anni nel mondo sono state sperimentate esperienze diverse e quindi, fin dall'inizio, abbiamo deciso di percorrere questa strada. Uno degli elementi che può caratterizzare l'Abruzzo, renderlo riconoscibile e farlo conoscere al mondo è proprio la presenza dell'orso marsicano”.