Sulla rivista
Science è stato pubblicato uno studio, “
Consistent response of bird populations to climate change on two continents”, che dimostra come le
popolazioni di uccelli comuni stanno rispondendo ai
cambiamenti climatici in modo simile sia in
Europa che negli
Stati Uniti.
Il team internazionale di scienziati guidato da Stephen Willis e Philip Stephens ha evidenziato che nonostante le molte differenze tra le due regioni esaminate le aspettative di come una specie risponde alle variazioni del clima hanno predetto le attuali rilevazioni: le popolazioni di specie per le quali era previsto un vantaggio nell'aumento delle temperature sono effettivamente aumentate, mentre quelle per cui erano previsti effetti negativi si sono diminuite.
Differenze nelle tendenze demografiche sono state osservate anche all’interno della stessa specie di uccelli in diverse aree geografiche. Ad esempio, in Europa, specie come lo scricciolo sono aumentate nelle zone settentrionali dove gli inverni sono più miti, ma sono calate in alcuni Paesi del sud dove le estati sono sempre più calde e secche.
Per gli scienziati questa è la prima vera dimostrazione che il clima sta avendo un'influenza su larga scala sull’abbondanza di uccelli comuni in parti molto distanti del mondo, favorendo alcune specie rispetto ad altre.