Le associazioni animaliste Enpa, Lac, Lipu e Meta protestano in Veneto per la legge in discussione in Consiglio Regionale, che darà il via libera alle azioni di contenimento delle nutrie anche nelle aree protette. Il tutto in applicazione della legge 157/92, che da due anni non prevede più alcuna protezione per questi animali, parificati a ratti e talpe.
Un particolare affatto irrilevante, che le associazioni animaliste continuano ad ignorare, chiedendo l'applicazione di metodi incruenti, quale è la sterilizzazione, anche se l'unico istituto scientifico accreditato l'ha definita non applicabile per questi animali. Gli animalisti parlano di “metodi scientifici obbligatori e prioritari”. Come se la nutria appunto fosse un animale soggetto a gestione faunistica.
La verità è che stiamo parlando di un roditore altamente nocivo, una specie aliena che in Italia non dovrebbe esistere, che minaccia la stessa sopravvivenza di altre specie, e che l'Europa ci ha intimato di eradicare, o almeno di provarci. Pena l'apertura di una procedura di infrazione, scongiurata in extremis.
Quello che contestano inoltre gli animalisti è che l'operazione nutrie in Veneto prevede rimborsi per chi abbatterà gli animali. Il che renderebbe il ddl, che dovrebbe essere approvato nella seduta di martedì 17 maggio, “pericoloso, inutile e illegittimo”. Gli uffici legali delle associazioni dichiarano battaglia: “se il testo dovesse passare, verrà chiesta immediata impugnazione da parte del Governo per gli abusi rispetto alla legge nazionale 157/92, 189/2004 e ai principi sanciti dalla Costituzione”.