Dopo il devastante incendio dei giorni scorsi sull'Isola di Pantelleria, il Ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti ha ribadito la volontà di trasformare l'isola in una nuova area protetta. "Il colpo subito è durissimo - ha dichiarato -, ma nessuno fermerà la rinascita del verde nell’isola e l’istituzione di un Parco Nazionale che rafforzerà le vocazioni produttive e sociali, tenendo insieme l’esigenza di tutela delle meravigliose caratteristiche ambientali e naturalistiche e l’attenzione alle produzioni agricole di qualità riconosciute dall’Unesco, come la vite ad alberello. "L’istituzione del Parco è una realtà concreta a prescindere da qualunque interesse che a questa istituzione volesse contrapporsi. Pantelleria è patrimonio di tutti gli italiani, orgoglio e delizia, tornerà come prima” ha sottolineato Galletti.
Pochi giorni prima dell'incendio il sindaco Gino Gabriele aveva incontrato il presidente e il direttore del Parco delle Cinque Terre, per capire come fare ad istituire un parco. Ad aprile l’assessore regionale all’Agricoltura, Antonello Cracolici, a seguito di un giro in Liguria, dichiarava: "La Sicilia deve imparare a copiare. L’organizzazione di un parco significa anche imparare da chi ha già sviluppato questa attività...".
Qualcuno, anche non troppo velatamente, accusa dell'incendio i cacciatori, visto che sono tra gli oppositori al nuovo Parco. Sarebbe senza dubbio un gesto stupido, visto che nelle aree percorse dal fuoco la caccia è interdetta per dieci anni. Se la matematica non è un'opinione, bisognerebbe quindi escludere la categoria, per lo meno se ci si ferma alle supposizioni e se non si hanno prove in merito.